Spread continua a scendere sotto i 90 punti: le strategie per guadagnare fino al 14%

Mentre lo spread continua a scendere, ecco alcune strategie per investire in titoli obbligazionari e quanto si può guadagnare

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Mentre lo spread continua a scendere sotto i 90 punti, i mercati continuano a mostrare il loro gradimento a Draghi. Ed è qui che si aprono opportunità di guadagno per i risparmiatori. Ecco alcune strategie per eseguire in corsa investimenti in titoli obbligazionari. La strategia consigliata deve avvenire in due fasi. Prendiamo come esempio diversi gruppi di titoli. Il primo gruppo, che riguarda Btp classici e forieri che ad oggi valgono discrete plusvalenze se comprati in emissioni, deve lentamente far posto ai Cct o ai titoli indicizzati all’inflazione che invece potrebbero portare buoni profitti se il costo del denaro dovesse iniziare l’ascesa.

Vendendo titoli brevi e lunghi due settimane prima che fosse coinvolto Mario Draghi, si potevano portare a casa profitti tra il 2 e il 13%. Ad oggi, per i più longevi è possibile superare il 14%, se si aggiorna all’8 febbraio la data di vendita delle emissioni considerate quale esempio. Un profitto per nulla male, che è possibile ottenere cogliendo l’attimo.

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Nella seconda fase della strategia obbligazionaria, invece, bisogna valutare le nuove emissioni su cui essere pronti a investire quando si saranno ceduti i titoli di cui sopra. È quindi essenziale ponderare attentamente la scelta. Tuttavia, in questo contesto storico è ragionevole passare da un portafoglio con strumenti a cedola fissa a prodotti finanziari le cui cedole hanno un valore variabile. Si tratta di un valore il cui parametro di riferimento è il tasso interbancario di Eurozona, nel caso dei Cct, oppure che guarda alla dinamica del costo della vita interna, nel caso dei Btp Italia o dell’Oat francese. E infine sono presenti i Btp indicizzati al tasso d’inflazione di Eurozona e d’oltreoceano.

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C’è da tenere in considerazione anche la valenza politica, connessa alla nuova presidenza Usa che potrebbe, di fatto, dare un po’ di respiro alla «vecchia» economia delle infrastrutture con tutte le attività ad essa legati e mettere in parte un freno all’ascesa della parte tecnologica. Dato che la «vecchia» economia ha bisogno di poderosi finanziamenti il ruolo del sistema bancario potrebbe tornare a occupare un ruolo centrale, mentre all’aumento di richiesta di credito andrebbe a corrispondere una crescita del costo del denaro.

Nonostante molti rendimenti abbiano ancora segno negativo,  proprio quei segni meno potrebbero pian piano far posto a valori differenti. Sostenuti da un calo lento ma costante, delle odierne quotazioni. In breve, a prezzi di mercato cedenti corrispondono rendimenti che gradualmente vanno in ascesa. Ed è  l’opposto di ciò che è accaduto finora, in parte per le paure di economie statiche e in parte per gli acquisti di titoli di Stato che le banche centrali eseguono per rimettere in piedi prospettive di crescita economica di tutto il mondo.

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