Governo Draghi, Fratelli d’Italia all’opposizione incasserà il bottino alle urne?

Aspettative infrante, governo di compromesso“: così Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, commenta la squadra del nuovo governo Draghi. Il partito è l’unico a restare all’opposizione, e ci sono tutti i presupposti per pensare che quando torneremo al voto farà pesare la sua decisione.

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Il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi nella giornata di ieri ha dato il via al primo Consiglio dei ministri per fare il punto sulla situazione e individuare i nuovi punti programmatici. E’ stato il primo incontro in cui la squadra del nuovo esecutivo ha potuto dialogare sul da farsi. Dentro, i rappresentanti di tutte le forze politiche di maggioranza. Resta fuori, all’opposizione, solo Fratelli d’Italia, che con le parole di Giorgia Meloni certifica la propria contrarietà alla formazione di questo governo: “Aspettative infrante, governo di compromesso“. Così Meloni commenta la squadra messa in piedi Mario Draghi, alimentando l’ipotesi che alle Camere la posizione di Fdi non sia l’astensione, ma piuttosto il voto contrario. La decisione ufficiale verrà presa all’inizio della prossima settimana, durante la riunione che la Direzione del partito.

Intanto Giorgia Meloni ribadisce: “Le promesse di un governo dei ‘migliori’ in risposta all’appello del capo dello Stato, per far fronte alla drammatica situazione dell’Italia, si infrangono nella fotografia di un esecutivo di compromesso che rispolvera buona parte dei ministri di Giuseppe Conte“. Poi ancora: “Mi chiedo se i cittadini, gli imprenditori, i lavoratori e tutte le persone in difficoltà si sentano rassicurate dall’immagine che vedono. Sono convinta più che mai che all’Italia serva un’opposizione libera e responsabile“. L’appello è a tutti gli italiani, un tono elettorale che probabilmente Fratelli d’Italia non abbandonerà a breve.

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Zingaretti resta positivo

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Dall’altro lato, il segretario dem Nicola Zingaretti avrebbe commentato, quando Mario Draghi ha sciolto la riserva: “In un passaggio stretto e difficilissimo il Pd ha mantenuto una grande unità, che gli ha permesso di collocarsi bene e di svolgere un ruolo positivo. Non era scontato. È stata un altra importante prova che ripropone il Partito democratico come forza centrale del cambiamento”. Mentre Fratelli d’Italia rivendica la sua opposizione come una medaglia al petto, il segretario dem sembra fare lo stesso, ma in senso contrario, rivendicando la partecipazione del Pd al nuovo esecutivo che – secondo Zingaretti – allontanerebbe il rischio delle destre estreme. “La nostra tenuta e anche alla fine la scelta compiuta dal Movimento 5 Stelle e Leu — dice — stanno impedendo che Lega, Forza Italia e Italia viva possano rappresentare in un senso unico l’esperienza del governo Draghi, segnandone troppo l’identità e il profilo”. Anche perché, dice Zingaretti al Corriere, l’obiettivo politico di Renzi “è stato quello di destrutturare l’insieme del sistema politico italiano, rendendo confusi i confini tra i democratici e la destra“. Ora il Pd si troverà a governare con la Lega, ma per effettuare scelte precise in grado di trascinare l’Italia fuori dalla crisi. E durante questo periodo – sostiene Zingaretti – il Pd avrà modo di rendere ancora più chiaro il proprio profilo politico. Ma ne siamo sicuri?

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Chi vince?

E’ da tempo ormai che il Pd non rende chiaro il proprio profilo politico, e va avanti così dal patto del Nazareno all’alleanza con il M5s, per finire con l’attuale governo, nel quale si trovano forze diversissime. E in tutte queste coalizioni di emergenza, il Pd è riuscito a identificarsi politicamente? Decisamente no. Lo smarrimento del partito prosegue e, dopo la prefigurazione di un nuovo volto politico tramite la coalizione con i 5 stelle, ora il partito si troverà di fronte una contraddizione: o consoliderà questa alleanza con i grillini in un momento in cui tutte le forze sono frammentate, anche al loro interno; o abbandonerà il progetto per concentrarsi sulla propria identità politica smarrita. Tutto questo mentre è al governo con una maggioranza ampissima che costringerà, nel momento in cui si dovrà decidere, ad adottare la via del largo compromesso. Questo ammesso che le decisioni importanti non vengano prese autonomamente dai tecnici. Ma quella è un’altra storia. E questo indebolimento dell’identità politica non riguarda solamente il Pd.

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La confusione dei partiti e la linea dura di Fratelli d’Italia

E’ una confusione interna che attraversa e attraverserà tutti i partiti. Da questa confusione potrebbe nascere un nuovo asse moderato in grado di riconoscersi nell’europeismo. Ma restiamo della convinzione che i nuovi discorsi politici non nascano al vetrino in Parlamento. E restiamo della convinzione che destra e sinistra non siano concetti morti: possiamo essere tutti d’accordo con il fatto che l’Italia debba restare in Europa e allo stesso tempo dissentire sulla riforma fiscale. A quel punto decideremo per un sistema di tassazione progressivo o per una flat tax? La differenza è enorme, e attraversa – appunto – la differenza tra destra e sinistra. Certo, ci sono i grigi, ma anche i grigi hanno un colore politico (esiste la destra liberal così come esiste il fronte democristiano). Di fronte a questo scenario, l’unica forza politica che manterrà lo stesso colore politico dell’inizio della crisi sarà appunto Fratelli d’Italia. E non ci sono dubbi che di fronte a tanta confusione al momento delle elezioni farà valere le sue ragioni, più di altri partiti frastornati dalla gestione della crisi pandemica, economica e politica. Che ci piaccia o no.

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