Coronavirus, il piano del governo per gestire la pandemia. E Arcuri?

L’allarme varianti complica la gestione della pandemia, ora in mano di Mario Draghi. Si scioglie il nodo sulla figura di Arcuri.

La circolazione delle varianti, in particolare quella inglese, complica il già delicato scenario pandemico. La pandemia da Coronavirus non sembra arrestarsi, anzi è resa ancora più difficoltosa proprio dalle varianti. Varianti sulle quali gli esperti lanciano l’allarme, chiedendo urgentemente delle misure che ne possano arginare la diffusione. Il neonato governo Draghi si trova a dover gestire una situazione già abbastanza problematica e i nodi da sciogliere sono diversi, tra cui scuola, vaccini e Recovery. Sullo sfondo, l’emergenza pandemia che richiede un piano tempestivo e preciso. Nell’attesa di sapere quali saranno le direttive lungo le quali si muoverà Mario Draghi, gli occhi sono puntati su Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus.

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Con il cambio di guardia a Palazzo Chigi, si è ipotizzata una sostituzione, non ancora confermata, su Domenico Arcuri. Il pressing è stato avviato dalla Lega, che ha proposto il nome di Guido Bertolaso, mentre Draghi fin da subito avrebbe posto la necessità di accelerare sul piano vaccinale. “Ho sentito anche stamattina Guido Bertolaso, devo dire che sta facendo molto bene per la Lombardia e mi piacerebbe che potesse far lo stesso per Il Paese”, ha detto Salvini e fargli eco – non sul nome di Bertolaso – è Matteo Renzi. Anche il leader di Italia Viva non guarda con buon occhio ad Arcuri. “Ha fallito su tutto. Sulle mascherine ha fallito, sulla riapertura delle scuole ha fallito, sull’Ilva non sta facendo un accidente. Sul piano vaccini lascio commentare a chi ci guarda. Se al posto di Arcuri ci fosse un Bertolaso starei più tranquillo”, ha detto Renzi ospite ad Otto e Mezzo nella puntata del 5 febbraio.

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“Tutto ad Arcuri? Esagerato”

L’unico su cui Arcuri potrebbe contare è il Movimento 5 stelle che intanto, però, si sfalda al suo interno. Così il Vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani: “Arcuri non può fare tutto da solo. Serve un piano vaccinale importante, un conto è avere le dosi, un altro l’organizzazione nel distribuirle. Bisogna vaccinare, nel minor tempo possibile, il maggior numero di italiani. Non mi sembra che lo stiano facendo”. Insomma, gli incarichi di Arcuri sono stati tanti ma in nessuno sembra aver eccelso e ora, con Mario Draghi a Palazzo Chigi, il destino di Arcuri è in bilico. Il presidente del consiglio incaricato potrebbe riconfermarlo, ma poi potrebbe fare altre scelte.

Via le primule

E una del resto è stata già fatta. Via i padiglioni a forma di primula, quelli che avrebbero dovuto – questo il piano di Arcuri – occupare le piazze delle città per vaccinare la popolazione. Ma sono troppo lunghi i tempi, troppo costosi i costi, troppo poco pratiche le strutture. Ed è troppo breve, invece, il tempo per vaccinare la popolazione. Non si può attendere la costruzione delle strutture e le vaccinazioni al contrario una priorità assoluta. Sembra anche che, per recuperare il ritardo accumulato nelle consegne delle case farmaceutiche, il governo starebbe pensando infatti di coinvolgere esercito e Protezione civile come accaduto già nel Lazio dove un’ala dell’aeroporto Leonardo Da Vinci è utilizzata come centro vaccinale. Inoltre, secondo quanto trapelato fino ad adesso, una delle priorità di Mario Draghi saranno proprio le vaccinazioni. Non ci sarà nessun lockdown nazionale, ma si continuerà con le divisioni per aree e colori. Secondo il Corriere della Sera, potrebbero essere rivisti soglie e dei parametri per la divisione in zone gialle, arancioni e rosse.

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