Galli chiede il lockdown, per Ippolito il sistema “a colori” funziona: ancora una volta, voci discordanti che confondono

Per Galli bisogna chiudere tutto, per Ippolito seguire il modello della Gran Bretagna e continuare così. Le dichiarazioni contrastanti degli esperti ai media stanno creando non poche polemiche e confusione ai cittadini.

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani

Anche oggi l’infettivologo Massimo Galli invoca il lockdown “senza perdere altro tempo“. Il primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano nonché docente all’università Statale del capoluogo lombardo, ha dichiarato che il suo reparto è “invaso da nuove varianti, questo riguarda tutta quanta l’Italia e fa facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri“. Quanto alle dichiarazioni di Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza al centro della polemica scatenata dalla Lega di Matteo Salvini, per Galli ”è chiaro che chi, compreso il sottoscritto, vi dice che ‘attenzione bisogna chiudere di più’ può correre il rischio di esagerare nel fare queste affermazioni. Ma il rischio di esagerare è inferiore alla probabilità di avere ragione” ha concluso Galli.

Non nega il momento complicato neppure Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, che è però di un altro avviso sulle misure per affrontare la pandemia, sostenendo che il sistema di dividere le zone in colori in base alle restrizioni funziona. “Le misure di contenimento richieste dalle varianti – dichiara Ippolito – sono le stesse del virus originario, ma se è vero, come sembra, che alcune di queste mutazioni sono caratterizzate da maggiore contagiosità, sarà necessaria allora un’attenzione ancora più scrupolosa nell’attenersi alle misure di contenimento“. E a questo proposito cita l’esempio della Gran Bretagna:Con l’imposizione di una zona rossa all’intera nazione il numero dei contagi è rapidamente calato. Questo ci dice che il sistema in essere nel nostro Paese, che gradua le misure nei territori in base alla situazione epidemiologica, può funzionare, anche perché consente (lo si sta facendo in Umbria e Alto Adige, per esempio) l’istituzione su specifiche porzioni del territorio di misure di contenimento ulteriormente restrittive rispetto a quelle nazionali”.

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Basta dichiarazioni di esperti alla stampa?

La realtà in ogni caso afferma gli ospedali si stanno nuovamente riempiendo in maniera preoccupante in tutta Italia di ricoverati con casi gravi. Non è chiaro se la politica stia sottovalutando il dramma di una nuova ondata virale e come al solito rischia di decidere troppo tardi se chiudere o mantenere i colori per ogni regione. Di sicuro le uscite pubbliche, spesso discordanti di virologi e medici di ogni genere, rischiano di creare confusione nell’opinione pubblica e un forte stato di ansia nella popolazione. Sarebbe meglio che gli esperti tenessero i suggerimenti e le proprie opinioni per i tavoli tecnici e le discussioni con chi alla fine dovrà prendere le decisioni, anziché affidarsi a programmi televisivi e interviste alla stampa.

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