Sesso nei seminari, l’analisi nel libro del sociologo sulla vita di futuri preti tra chat e relazioni gay

Il sociologo Marco Marzano, nel suo ultimo libro “La casta dei preti” edito da Bompiani, tratteggia un’analisi del sesso nei seminari

Sesso nei seminari-Meteoweek.com

 

L’ultimo libro del sociologo Marco Marzano denominato “La Casta dei preti“, è un’opera destinata a far discutere perché analizza, come riporta Il Messaggero, la vita dei futuri sacerdoti tra chat e relazioni gay. Tocca, dunque, il tema scottante del sesso nei seminari. Dopo un lungo lavoro portato avanti in parecchie zone del nostro Paese, fatto di questionari e interviste a campione tra seminaristi e altri membri del clero, il sociologo ha delineato i tratti di una realtà fatta di luci e ombre. Marzano ha affrontato il tema tabù del sesso nei seminari, delle vocazioni che nel nostro Paese sono sempre meno e molto altro.

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Nel libro, l’autore documenta come il sesso nei seminari sia molto presente:”I seminaristi si masturbano e talvolta fanno sesso tra di loro, con i superiori o con qualcuno all’esterno dell’istituzione. I capi seducono gli allievi, che a loro volta si seducono l’uno con l’altro. La preoccupazione autentica è che il giovane funzionario impari a nascondere quello che fa tra le lenzuola e a raccontarlo, questa volta nei dettagli, solo nell’intimità del confessionale. Cioè solo in un modo che serve alla stessa istituzione per capire di che pasta sia fatto l’apprendista funzionario, se sia il caso o meno di investire su di lui, come uomo di Dio. In definitiva l’unico effetto della repressione ideologica del sesso è quello di spingerlo nell’ombra, di confinarlo nel silenzio, di circondarlo con il segreto e la circospezione. Il divieto di farlo è pura apparenza, il divieto di parlarne è invece sostanza“.

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Nella sua analisi il sociologo ha scandagliato anche le chat di incontri, esaminando il contenuto dei discorsi tra sacerdoti e giovani seminaristi e parlando di conversazioni “di natura esplicitamente ed esclusivamente erotica ed è immancabilmente corredato da volgarità esplicite, di un linguaggio incredibilmente scurrile con foto di video immagini di corpi nudi, organi sessuali ma anche posteriori dei giovani sacerdoti in varie pose e in vari luoghi, persino davanti alla statua della Madonna“.

Secondo quanto scrive Marzano, “un prete omosessuale è sempre stato nei fatti largamente preferibile per l’istituzione a uno eterosessuale, col primo l’organizzazione corre meno rischi di scandali, fughe e clamorosi abbandoni. Soprattutto la stigmatizzazione dell’omosessualità operata dalla dottrina cattolica ha concretamente consolidato la sottomissione dei sacerdoti gay, i quali, vuoi in ragione di una auto svalutante interiorizzazione della omofobia o semplicemente perché più bisognosi della protezione accordatale dalla istituzione si sono tradizionalmente rivelati assai più zelanti, conservatori, disciplinati e ortodossi di quelli etero“.

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