M5S, a passi veloci verso la scissione. Spunta ipotesi “Italia dei Valori”

I 15 senatori espulsi dal Movimento 5 Stelle potrebbero ritrovarsi in un nuovo gruppo parlamentare, sotto il simbolo di Italia dei Valori.

“Meglio perderli che trovarli”. Avrebbero reagito così, i vertici del Movimento 5 stelle, verso i dissidenti pentastellati, coloro che hanno votato contro la fiducia al governo Draghi andando contro la linea ufficiale del partito. Sono 15 i senatori pentastellati che si sono distaccati dalla linea decisa su Rousseau, mentre gli assenti al voto in Senato erano 6. Numeri a cui vanno aggiunti i dissidenti alla Camera e che potrebbero bastare per formare un nuovo gruppo parlamentare. I deputati che ieri hanno votato contro il governo sono sedici: Corda, Sapia, Spessotto, Testamento, Volpi, Baroni, Cabras, Colletti, Costanzo, Forciniti, Giuliodori, Maniero, Russo, Sarli, Termini e Vallascas. Quattro quelli astenuti: Villarosa, Paxia, Raduzzi e Sodano. Undici non hanno partecipato al voto: Corneli, Ehm, Masi, Menga, Penna, Romaniello, Suriano, Tucci, Zanichelli, Campana e Schirò.

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La scissione nel Movimento appare sempre più vicina, tanto che nel Movimento sarebbe balzata l’idea di un gruppo con Italia dei valori, mentre l’addio alla reggenza di Vito Crimi ha spalancato la strada alla scissione. Italia dei valori significherebbe un ritorno al passato. Quando Antonio Di Pietro formò il partito, non immaginava certo che il simbolo potesse essere ripreso nel bel mezzo di una crisi di partito. Fino ad adesso, nessuna conferma. La richiesta del simbolo sarà avanzata solo quando si avranno certi, sulle carte, i dieci senatori necessari alla costituzione di un gruppo. Per ora nulla di deciso, ma l’indiscrezione non fa altro che aumentare le già forti tensioni all’interno del gruppo pentastellato.

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Sì, si può fare 

Pesano, tra l’altro, le regole. Per formare un nuovo gruppo al Senato non basta avere almeno 10 senatori, ma serve essere collegati a un partito che si era presentato alle elezioni. Qualcosa che Italia dei Valori ha fatto nel 2018, quando si trovava nella lista Civica popolare di Beatrice Lorenzin“L’interpretazione dell’articolo 14 comma 4 del regolamento –può essere allargato a casi limite come questo, un precedente leggermente diverso ma con caratteristiche simili c’è già ed è l’unione tra il Psi di Riccardo Nencini e Italia Viva, sempre al Senato”, spiega Gabriele Maestri, esperto di simboli elettorali. Alla Camera le cose sono più semplici: occorron0 20 deputati e non c’è bisogno di altro. Ignazio Messina, segretario extraparlamentare che detiene il gruppo di Di Pietro, potrebbe ritrovarsi a Palazzo Madama. Ma c’è chi riaccende le speranze su Alessandro Di Battista , ormai fuori dal Movimento 5 stelle. Dibba, però, ha chiarito già la sua mancata intenzione di passare ad altri partiti. “Farò opposizione da libero”, ha detto sui social.

 

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