Vaccini in ritardo, mascherine “fasulle”: grane per Arcuri, che intanto resta in silenzio

Ancora grane sull’operato di Domenico Arcuri. Dopo il caso “vaccini”, arriva notizia di una truffa sull’acquisto delle mascherine cinesi. Intanto, il Commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus è “mediaticamente” sparito e resta in silenzio. Ma possono sparire anche le responsabilità?

Dove sono i vaccini?”. Se l’è chiesto Barbara D’Urso e se lo chiede tutta Italia. Nel mirino della conduttrice, ieri sera a Live-Non è la D’Urso, c’è stato Domenico Arcuri e l’argomento ad inizio puntata è stato proprio il piano vaccinale. L’ Italia va a rilento, mancano le dosi e le Regioni vogliono fare da soli per salvare il salvabile. Certo è che bisogna far presto ed è per questo che Luca Zaia, il governatore del Veneto, sostiene che ormai non c’è più tempo da perdere, rivendicando l’ipotesi di acquistare le dosi autonomamente. “Chiediamo chiarezza. Primo problema l’Ema ha autorizzato 3 vaccini, ma il contratto è secretato. Ha sbagliato l’Europa. Inghilterra e Israele hanno vaccinato quasi tutti. Se arriviamo tardi sui mercati non saremo Covid free”, ha detto Zaia.

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Domenico Arcuri, insomma, è finito nel mirino su Canale 5 ma non c’era del resto bisogno della televisione. L’uomo è sempre più solo e in questi giorni di polemiche ha preferito restare nell’ombra, senza proferire parola nonostante su di lui sono accesi tutti i riflettori. Nonostante i molti errori, infatti, Arcuri è stato riconfermato, seppur fortemente ridimensionato dal ruolo di super commissario, insieme col ministro della Salute Roberto Speranza dal nuovo esecutivo Draghi. Perché? Il nuovo Presidente del Consiglio ha motivato la sua decisione spiegando di aver agito “in nome della stabilità e continuità“; ma la spiegazione non ha convinto.

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Errori e responsabilità

A nulla sono serviti i numerosi errori accumulati durante quest’anno di mandato, ultimi e importanti quelli sui vaccini. L’Italia è visibilmente indietro rispetto al piano di vaccinazioni e “la velocità è essenziale non solo per proteggere gli individui e le loro comunità sociali, ma ora anche per ridurre le possibilità che sorgano altre varianti del virus”, ha detto Draghi nel suo discorso alle Camere. Come se non bastasse, ha complicato le cose l’inchiesta avviata dalla Procura di Roma sulla commessa da 1,2 miliardi di euro di mascherine affidata dalla struttura del commissario a tre aziende cinesi. Un’indagine che non vede coinvolto né il commissario né la sua squadra, ma che mette sotto accusa, nuovamente, la gestione discutibile del commissario.

E arriva notizia di una presunta truffa svelata da Repubblica sulle mascherine vendute al nostro paese come Ffp2 ma che, in realtà, filtrano solo il 36%, contro il 95% richiesto dalla norma. Neanche le Ffp3 sarebbero regolari e avrebbero una capacità di filtraggio leggermente inferiore, tanto da non superare il test per la traspirazione. I Nas hanno sequestrato 6 milioni di dispositivi ma la situazione si ripete identica da quando l’Italia ha iniziato a fare i conti con il virus quando, appunto, c’era bisogno sempre più di dispositivi di protezione individuale. In mancanza di questi, il Governo decise di importarle dall’Estero. Iniziano così legami tra importatori che hanno contatti con i maggiori produttori, che a loro volta iniziano ad offrire i dispositivi. Domenico Arcuri, e la Protezione civile, inizia poi a recidere i contratti e ad avviare richieste danni, una volta che i dispositivi erano già finiti sul mercato.

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