Dare la propria vita | Il commento al Vangelo di oggi 3 Marzo 2021

Nessuno, dice Gesù, ha un amore più grande di questo: dare la propria vita. Chi persevererà in questo amore avrà posto nella sua gloria.

Gesù Croce
Dare la propria vita | Il commento al Vangelo di oggi 3 Marzo 2021 – meteoweek.com

Liturgia di oggi Mercoledì 3 Marzo 2021

  • MERCOLEDÌ DELLA II SETTIMANA DI QUARESIMA

Non abbandonarmi, Signore, mio Dio,
da me non stare lontano; vieni presto in mio aiuto,
o Signore, mia salvezza. (Sal 37,22-23)

Prima Lettura

Venite, e colpiamo il giusto.
Dal libro del profeta Geremia
Ger 18,18-20

[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti, né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».

Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricòrdati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale – Dal Sal 30 (31)

R. Salvami, Signore, per la tua misericordia

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.

Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,
quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita. R.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i mei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. R.

Libertà

Il Vangelo di oggi Mercoledì 3 Marzo 2021

Lo condanneranno a morte.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,17-28

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».

Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

Dare la propria vita | Il commento al Vangelo di oggi 3 Marzo 2021

Prima di salire a Gerusalemme, Gesù avvisa i suoi apostoli che sarebbe stato crocefisso e ucciso, e che il terzo giorno sarebbe risorto. A quel punto, la madre di Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo detti anche “figli del tuono”, discepoli prediletti di Gesù, gli chiede qualcosa di molto grande.

Lei crede nella risurrezione, per questo osa domandare che i suoi figli possano un giorno sedere nella gloria uno alla destra e uno alla sinistra di Gesù.  È una mamma che crede, è una mamma che raccomanda a Gesù i suoi figli.

Potrebbe sembrare una richiesta in grande, esagerata, ma quanto spesso ci capita di farne anche noi così a Gesù? Di chiedergli qualcosa che in realtà non meritiamo, di arrogarci di chiedere a Dio un “posto” che non spetta a noi, o magari di pretendere che lui subito ascolti le nostre richieste. Non dobbiamo scandalizzarci della fede accorata di questa donna. E i suoi figli hanno ben capito qual è il prezzo da pagare, il “calice” da bere: dare anche loro la propria vita.


Il commento al Vangelo di ieri


Gesù gli annuncia che lo faranno! E loro ne sono contenti, non si rifiutano. Solo che, spiega Gesù, la gloria di essere così vicini a Lui, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra, non la può assegnare Gesù, ma il Padre, a cui tutto si sottomette e a cui tutto ricapitola.

Gesù infatti è venuto non per farsi servire, ma per essere servo del Padre e di tutti gli uomini: allo stesso modo chiede a tutti di essere servi gli uni degli altri. Dice Gesù che chi vorrà essere grande dovrà essere servitore, e chi “primo” dovrà farsi schiavo, quindi ancor più vincolato nelle sue azioni e nel suo cuore alle necessità di Dio e del prossimo.

Nessuno, dice Gesù, ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. La vita intesa a 360° gradi, dal proprio tempo, ai propri pensieri, alle proprie azioni, fino alla fine. Chi persevererà dunque in questo amore sarà grande agli occhi di Dio e sarà salvo e avrà posto nella sua gloria.

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