Sanremo, sul palco Alessia Bonari l’infermiera simbolo: “Teniamo duro”

Tra i messaggi più forti del festival di Sanremo che ieri si è aperto in un Ariston senza pubblico, quello di Alessia Bonari

Alessia Bonari
Alessia Bonari, l’infermiera simbolo della lotta al Covid, ospite a Sanremo (Getty Images)

Pochi ricordano il suo nome, Alessia Bonari. Ma tutti ricordano la sua immagine: un volto tiratissimo e stanco con gli occhi segnati dalla mascherina.

Chi è Alessia Bonari

É  una delle immagini del primo lockdown, quando il Covid era lotta di trincea in prima linea, ospedale per ospedale, padiglione per padiglione. Gli italiani, inizialmente profondamente spaventati dall’idea della pandemia e da un lockdown che si stava prospettando in modo sempre più prepotente, avevano definito medici e infermieri “gli eroi”. Alessia, infermiera toscana di 24 anni che lavora a Milano, senza scatti preparati ad hoc da influencer o studiosi della comunicazione istantanea come si usa oggi, è entrata nel cuore di tutti.

Ieri, vestita in un elegante abito rosa impreziosito dagli strass, ha parlato con Amadeus lanciando un messaggio importante: “Da quella foto non è cambiato nulla. La situazione è praticamente la stessa. Non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo tenere duro e ce la faremo”.

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Alessia Bonari
Alessia Bonari si appresta a scendere la ripida scala dell’Ariston (Getty Images)

“Ce la faremo”

Alessia Bonari, dopo che la sua foto ha fatto il giro del mondo rendendola un volto simbolo della lotta al Covid, non ha mai mollato la prima linea: “Continuo a fare il mio lavoro, con l’impegno di sempre, insieme a tanti colleghi di grande valore. Non dobbiamo mollare: la mascherina resta lo strumento di protezione più importante”.

In un festival senza pubblico e che nella prima giornata ha visto l’assenza di Irama (un membro del suo staff era risultato positivo), sostituito da Noemi, Amadeus e Fiorello hanno indossato la mascherina a più riprese portando fiori a tutte le donne ospiti, anche Alessia. Rigorosamente su un carrello e senza toccarlo. Così come ogni asta del microfono veniva igienizzata a ogni passaggio di mano da un tecnico di palco.

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