4/3/1943: il ricordo indelebile di Lucio Dalla

Il 1° marzo 2012 ci lasciava Lucio Dalla: artista dalle innumerevoli sfumature, vogliamo ricordarlo con il celebre brano 4/3/1943, data della nascita del musicista.

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4 marzo: impossibile non ricordare, in questa data particolare, il grande artista Lucio Dalla che oggi avrebbe compiuto 78 anni. Stroncato da un infarto in un hotel di Montreux, cittadina svizzera in cui si era esibito la sera precedente, Lucio Dalla ha dedicato la sua vita alla musica, incidendo molte delle canzoni che oggi fanno parte della nostra storia e rappresentano un pezzo importante di quella che è la nostra cultura italiana. Musicista di talento e uomo dalla sensibilità incredibile, chissà quanti capolavori avrebbe ancora potuto regalarci.

4/3/1943: la canzone

Il brano 4/3/1943 fu inciso nel 1971 e composto da Paola Pallottino, oltre allo stesso Dalla. Presentato per la prima volta al Festival di Sanremo 1971, fu la vera rivelazione del festival di quell’anno, dove raggiunse il podio pizzandosi al 3º posto.

Il brano racconta la storia di una ragazza madre che ha un figlio con un soldato alleato che poi morirà in guerra. A raccontare la vicenda è proprio quel figlio, che ormai adulto, viene ancora chiamato “Gesù bambino”.

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La censura al testo

Il brano, prima di essere ammesso al Festival di Sanremo, fu soggetto a una serie di modifiche. Il primo ad essere cambiato fu il titolo “Gesubambino”, all’epoca giudicato irrispettoso e quasi blasfemo. Per questo, il maestro Ruggero Cini lo sostituì con la data di nascita del cantautore che era, appunto, il 4 marzo 1943. Anche alcune parti del testo furono rimaneggiate perché ritenute inadeguate. La frase “mi riconobbe subito proprio l’ultimo mese” diventò “mi aspettò come un dono d’amore fino dal primo mese”, mentre “giocava alla Madonna con il bimbo da fasciare” venne cambiata in “giocava a far la donna con il bimbo da fasciare”. Infine, la frase conclusiva del brano: “e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” fu modificata con questa: “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”.

Il successo di 4/3/1943

Il brano venne cantato per la prima volta, dal vivo, nel dicembre 1970 al teatro Duse di Bologna: i discografici della RCA ne rimasero entusiasti, al punto che decisero di portarlo in gara Sanremo. Effettivamente, nonostante le numerose modifiche, la canzone ottenne un grande successo: raggiunse infatti la prima posizione nella hit parade italiana e vi rimase per 3 settimane, nella versione degli Equipe 84.

Lucio Dalla
Photo credits: Roberto Serra – Getty Images

Gli adattamenti in altre lingue

La popolarità del brano fu tale che venne interpretato anche in altre lingue: in francese, con testo di Pierre Delanoë e titolo originale Jésus bambino da Dalida, ma anche in portoghese con il titolo Minha história da Chico Buarque de Hollanda.

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Il vinile

Dopo il Festival venne realizzato il 45 giri contenente il brano. In copertina venne raffigurato il porto di Manfredonia in bianco e nero, luogo dove Lucio Dalla aveva trascorso le vacanze estive durante la sua infanzia. Chissà se anche oggi sarebbe tornato in quel luogo per lasciarsi ispirare dal mare e dal sole, quel mare e quel sole che hanno partorito la celebre Caruso.

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