Coniugi scomparsi a Bolzano, parla sorella di Benno: «Non credo al suo pentimento»

Parla la sorella di Benno Neumair, Madé, dopo che il fratello ha confessato l’omicidio dei loro genitori 

Laura e Peter e il figlio-Meteoweek.com

Dopo la confessione di Benno sull’uccisione dei suoi genitori Peter Neumair e Laura Perselli, parla la sorella del giovane, Madé. «Non credo ad un sentimento di pentimento da parte di Benno e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime, che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non ‘l’effetto di una dissoluzione, o schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nella settimane successive ai fatti’».

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«La notizia della confessione di Benno mi ha raggiunta attraverso la stampa. Non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un’ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo dinanzi a me come un processo puramente indiziario», spiega Madé.

A detta della figlia di Laura e Peter, «l’indicibile fatto che Benno Neumair abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà la sera del 4 gennaio, per me è stato violentemente e dolorosamente
evidente fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio, come sanno gli
inquirenti e le persone a me più care. Pensando alle prime
settimane seguenti all’accaduto, stento a credere come io sia
riuscita a mantenere la calma e la concentrazione nel trambusto
e nel dolore più annientante, vivendo nella paura che la verità
non venisse mai alla luce».

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Madé scrive nella lettera alla stampa consegnata dal suo legale, che sente i genitori «vicinissimi ogni giorno, mi hanno dato la forza di alzarmi ogni volta la mattina, mi stanno continuando a dare tutto quello che mi hanno sempre dato nel modo più puro. Ho vissuto quei primi giorni con le immagini in televisione di un Benno a braccia larghe che si appoggiava alla balaustra della terrazza dei miei genitori scrutando arrogantemente in basso verso i giornalisti e i carabinieri, poco dopo lamentandosi con me al telefono su quanto fosse nauseato irritato da tutte le “strane domande”, sentendo nelle varie interviste la sua voce gelida fabbricare spontanee teorie depistanti e palesi menzogne».

«Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non
sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a
volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono,
che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che
in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo però ancora
fermamente che la verità possa e debba vincere. Il mio cuore in
questo momento è colmo dell’amore che sento fortemente per i
miei genitori, della gratitudine nel confronti dell’Arma, degli
inquirenti e dei miei legali, della vicinanza che sento per la
mia famiglia da parto di un mondo intero, del bene e dalla luce
che riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, ‘della vita
che vuole la vita’, come diceva sempre mia mamma», chiosa Madé.

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