Coronavirus, Italia zona rossa: cosa si può fare e cosa no

In arrivo una nuova stretta per fermare il contagio di Coronavirus. Da lunedì, mezza Italia potrebbe tornare rossa. Ecco cosa si può fare e cosa no. 

Basilicata, Campania, Molise, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Veneto, Trento e Bolzano, Abruzzo e Toscana, Liguria, Puglia e Valle d’Aosta. Sono le regioni che, quasi certamente, da lunedì diventeranno zona rossa. Alle prime tre già rosse da settimane, si aggiungono le altre: l’Italia diventa così quasi tutta del colore più acceso e due italiani su tre rischiano di finire in lockdown. Al limite il Lazio, attualmente in giallo, che potrebbe fare un salto di due fasce. In arancio l’Umbria e la Calabria; gialla la Sicilia; bianca la Sardegna, unica Regione in Italia. Si attende come ogni venerdì il monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità e la cabina di regia del Governo per dare l’ok definitivo alle nuove misure restrittive che colpiranno le regioni.

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Ma è certo che dal 3 al 5 aprile tutta Italia sarà in zona rossa, compresi quindi i giorni di Pasqua e Pasquetta, ma con la possibilità di andare a messa, come successo a Natale. La decisione sarebbe arrivata ieri, durante la riunione tra le Regioni e gli Enti Locali. Nella zona rossa, rimangono aperte librerie; fiorai; negozi di computer ed elettronica; negozi di articoli sportivi e biciclette;  concessionarie di auto e moto; negozi che vendono prodotti per la pulizia; ferramenta, i negozi di giocattoli e vestiti per bambini; edicole; farmacie; profumerie; erboristerie. Aperti anche i negozi alimentari e i supermercati, oltre a quelli che vendono beni di prima necessità. Chiusi barbieri e parrucchieri, mentre l’accesso ai negozi è consentito solo ad un componente per famiglia.

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Cosa si può fare e cosa no

Nelle zone rosse, ristoranti e bar possono continuare con l’asporto fino alle ore 22.00 e con la consegna a domicilio senza restrizioni. Sospese tutte le attività didattiche, ma resta la possibilità di effettuare alcune attività in presenza, come l’uso di laboratori per alunni con disabilità. Gli atenei, inoltre, possono individuare attività didattiche da svolgersi in presenza, nel rispetto dei protocolli. Permesso passeggiare vicino casa, con la mascherina; concessa l’ attività sportiva da soli ma con autocertificazione. Chiuse palestre, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali, eccetto per prestazioni essenziali di assistenza o per gli allenamenti degli atleti, professionisti e non professionisti, in preparazione a competizioni riconosciute. Sospesa l’attività sportiva di base e l’attività motoria presso centri e circoli sportivi. Possibile spostarsi per motivi di lavoro, necessità o urgenza o per far ritorno alla propria residenza o domicilio. Sarà consentito anche raggiungere le seconde case, purché all’interno della propria Regione.

Spostamenti

Dovrebbe essere possibile fare visita a parenti e amici una sola volta al giorno e all’interno della stessa Regione, dalle 5 alle 22 e in un massimo in due persone, esclusi i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti con le quali convivono. Consentiti invece gli incontri tra i coniugi e i partner che vivono separati per motivi di lavoro ma solo se il luogo per il ricongiungimento è quello in cui c’è residenza, domicilio o abitazione. Consentiti anche gli spostamenti per dare assistenza a persone non autosufficienti, anche tra comuni/regioni in aree diverse.

 

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