Mario Draghi, sostegno alla crescita più che sussidi e ristori. Ma si al condono delle cartelle

Il Decreto Sostegni punta alla crescita, ma non elimina le cartelle esattoriali. Lo stralcio delle vecchie cartelle si farà, ma riguarderà solo le cartelle dal 2000 al 2010 con un tetto fino a 5.000 euro, e non al 2015 come nelle ipotesi precedenti.

Un decreto Sostegni che ha come capisaldi il sostegno alle imprese, al lavoro e l’aiuto contro la povertà. 32 miliardi da trovare con un nuovo scostamento di bilancio che avverrà ad aprile. Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri, ha salutato il via libera al decreto Sostegni, arrivato al termine di un lungo braccio di ferro tra i partiti nella maggioranza. Il nodo più spinoso si è rivelato proprio quello relativo allo stralcio delle vecchie cartelle esattoriali. Il provvedimento alla fine si farà, ma riguarderà solo le cartelle dal 2000 al 2010, con un tetto fino a 5.000 euro, e non al 2015.

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La cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali potrà inoltre essere applicata soltanto a chi ha un tetto di reddito fino a 30.000 euro, o 50.000 per le aziende. Una norma definita da Mario Draghi un “condono” limitato ad una piccola platea così da avere impatti molti limitati. Mentre lo Stato cerca di compensare la crisi economica dovuta al Covid-19 con debiti, di fatto l’Italia denuncia ad incassare denaro. Tra l’altro, trattasi di soldi evasi al fisco. Più che sostegno, c’è chi grida ad un appoggio all’evasione fiscale che invece si dovrebbero combattere.

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Il sostegno alla crescita prospettato da Mario Draghi, insomma, non sembra combaciare con la misura approvata. Cancellare tutte le cartelle sotto i 5mila euro risalenti al periodo 2000-2015 permette di eliminare solo 61 milioni di cartelle su oltre 130 milioni . Restano 75 milioni di ruoli per un valore contabile di 929 miliardi. Bisognerebbe invece stralciare le cartelle davvero inesigibili, che sono circa il 90% del totale. In questo modo, non si potrebbe parlare di condono.

 

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