Il prete che invita le donne a non denunciare i mariti violenti: “Può capitare”

A che punto è l’Italia sulla parità di genere e sulla battaglia contro la violenza sulle donne? Si capisce dal commento di un prete siciliano.

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Il prete che invita le donne a non denunciare i mariti violenti: “Può capitare” – www.meteoweek.com – Credit: Pixabay

“La perfezione su questa terra non esiste”. Una frase sicuramente vera, se tirata fuori dal contesto nel quale è stata scritta. L’autore infatti è don Michele Crociata, prete del comune siciliano Castellammare del Golfo – già antiabortista, antieuropeista, e contrario alla legge contro l’omofobia – che recentemente ha deciso di invitare le mogli a non denunciare i mariti violenti.

Il post del giornalista

I fatti sono questi: il giorno dopo la condanna all’ergastolo di Antonino Borgia, l’imprenditore di Partinico accusato di aver ucciso nel 2019 con dieci coltellate Ana Maria Lacramioara Di Piazza, il giornalista dell’Ansa Gianfranco Criscenti scrive sul suo profilo Facebook: “Se il compagno o marito ti alza le mani, anche una sola volta, scappa via. Il perdono potrebbe costarti la vita. Agisci subito e mettiti al riparo. Contatta il 1522, la polizia o i carabinieri”. 

Il commento del prete

Il primo commento sotto il post è proprio quello del prete siciliano che, senza mezzi termini, rifiuta l’idea del divorzio. Anche a costo di subire violenze fisiche e psicologiche. Scrive infatti don Crociata: “Beh! il tuo consiglio, Gianfranco, mi sembra un po’ eccessivo. Tra marito e moglie… può capitare. Esiste anche il grande valore del perdono vicendevole, della tolleranza, dell’amore per i figli, della consapevolezza di essere, nonostante tutto, un cuor solo e un’anima sola… Può capitare, dunque. Non bisogna, però, mai esagerare, comunque. La perfezione su questa terra non esiste. Anche le mogli, del resto, talvolta mancano nei confronti dei mariti. Viene da chiedersi: quando, secondo questo prete, si esagera? Quando la moglie muore ammazzata di botte? Oppure è sufficiente essere sfregiate con l’acido?

Come se non bastasse l’aver espresso in poche righe un insieme di concetti da aguzzino, don Crociata aggiunge con un altro commento: bisogna accettare…via!!!!!! non esageriamo!!! Esistono, infatti, anche le virtù, che tutti siamo chiamati a sforzarci di praticare. Nel matrimonio, infatti, le virtù contano più dell’amore. Quando si è fidanzati, lui vive per lei e lei vive per lui. Quando, però, ci si sposa, l’amore da solo non basta più e servono maggiormente le virtù e lui e lei vivono, soprattutto, per i figli”. Tradotto: se vuoi abbastanza bene ai tuoi figli, devi sottostare a minacce e violenze. Altrimenti sei egoista.

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Femminicidi e società patriarcale

Le parole del prete di Castellammare sono il triste riflesso di una mentalità misogina e patriarcale radicata nella Regione. Lo dimostrano i dati Istat, secondo cui la Sicilia riporta il tasso di femminicidi più alto d’Italia. Ma devono anche essere un campanello d’allarme che ci ricordi che, nella lotta contro la violenza di genere, il nostro Paese si trova ancora in alto mare. Sotto ai commenti di don Crociata sono state decine le persone che si sono opposte al suo pensiero, ma il fatto che una persona possa ancora essere convinta che denunciare un’aggressione all’interno di un matrimonio sia sbagliato, deve fare riflettere. A maggior ragione se a scrivere è un prete, che dovrebbe condannare la violenza in ogni sua forma.

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Un’ultima parentesi la merita quanto scritto sui figli di genitori divorziati, fonte di infiniti sensi di colpa da parte delle coppie che scelgono di separarsi. C’è una lunga lista di femminicidi in cui vengono coinvolti – e uccisi – anche i bambini. Quindi denunciare, scappare, lasciare, divorziare, deve essere fatto sempre e subito, proprio per proteggere – non solo sé stesse, ma anche – i figli innocenti.

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