Covid in India, nuovo record: 353mila positivi in 24 ore. Le strade diventano forni crematori all’aperto

Drammatica la situazione in India: la pandemia di Covid-19 segna un nuovo, tragico record di casi nel Paese, che arriva a toccare i 353mila positivi in sole 24 ore. Collassato il sistema sanitario nazionale, le strade cittadine diventano forni crematori all’aperto.

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Covid-19 in India,  cremazioni in strada (foto via Reuters: Adnan Abidi) – meteoweek.com

Preoccupano sempre di più, gli effetti della pandemia di Covid-19 in India. Con dei numeri che continuano a salire vertiginosamente, nelle ultime 24 ore è stato registrato un nuovo, drammatico record negativo, con ben 352.991 positivi diagnosticati. Si tratta del numero più alto mai registrato per il quinto giorno consecutivo. Sono ora oltre 17 milioni i contagi complessivi nel Paese, mentre i decessi – dopo essersene aggiunti 2.812 nelle scorse 24 ore – sono saliti a 195.123.

Lo scenario interno del Paese mostra una nazione sull’orlo del collasso, con il sistema sanitario in affanno, e i cittadini lasciati in balia di quelle che sono le tragiche conseguenze della malattia. Nel frattempo, arrivano messaggi di solidarietà e promesse di aiuto da tutto il mondo, con la consigliera per la sicurezza nazionale americana Emily Horne che ha parlato di una “corsa contro il tempo” per “inviare risorse e forniture” in supporto all’India.

L’India in ginocchio a causa del Covid-19

La seconda ondata di Covid-19 ha colpito con tale ferocia l’India, che gli ospedali stanno ormai finendo l’ossigeno, i posti letto e i farmaci antivirali. Molti pazienti sono stati abbandonati a loro stessi perché non vi era possibilità di ricovero, mentre le sirene delle ambulanze suonano per tutto il giorno nelle strade deserte della capitale, una delle città più colpite dell’India – dove è già in atto un lockdown per cercare di arginare la trasmissione del virus.

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India, focolai di cremazioni in strada (foto via Reuters: Danish Siddiqui) – meteoweek.com

Ad andare in tilt, però, sono anche i crematori cittadini. Molti residenti a Delhi sono stati costretti a tenere a casa il corpo dei parenti morti per giorni, mentre si cerca lo spazio nei forni cimiteriali della città. Per questo, molte delle persone che hanno perso i propri cari nella capitale indiana si stanno rivolgendo a strutture improvvisate, così da poter effettuare sepolture di massa e cremazioni per strada, o anche nei parcheggi.

A preoccupare, però, è anche la temibile mutazione già sbarcata in Europa – Italia inclusa. Si tratta di una nuova variante del virus denominata B.1.617, che presenta una doppia mutazione rispetto al ceppo originario e appare più facilmente trasmissibile. E se un mese fa il ministro della Salute indiano annunciava l’epilogo della pandemia nel Paese, adesso il governo è costretto a inviare le forze armate nelle aree più colpite dai contagi per i rifornimenti.

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Dal canto suo, l’Unione europea ha già reso noto di essere pronta a fornire “assistenza” all’India, ormai sull’orlo del collasso e gambizzata dalla seconda, pesantissima ondata di Covid. A comunicarlo è stata la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Anche da Washington pare che i funzionari della sanità, assieme a una portavoce della Casa Bianca, abbiano riferito venerdì scorso di star valutando in che modo aiutare l’India – sebbene non siano stati forniti dettagli su alcuna possibile azione da parte degli Stati Uniti.

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Nel frattempo, il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus si è detto estremamente preoccupato per il crescente numero di casi nel Paese, tanto da lanciare l’ennesimo nuovo avvertimento sulla pericolosità della pandemia: “La situazione in India è un monito devastante di ciò che il virus può fare“, ha infatti riferito in uno degli ultimi briefing virtuali in diretta da Ginevra.

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