La rabbia di Fabiola:«La mia taglia un impedimento al lavoro, io ritenuta troppo grassa per fare la commessa»

La rabbia di Fabiola:«La mia taglia un impedimento al lavoro, io ritenuta troppo grassa per fare la commessa». Lo sfogo di una ragazza di Crotone

Fabiola-Meteoweek.com

Fabiola ha 24 anni ed è diplomata all’Istituto Tecnico. Come molti, sta cercando lavoro e «quando credevo di averlo trovato», ha raccontato in un post su Facebook, «dopo aver presentato il mio curriculum in un negozio, mi è stato detto che sono troppo grassa per fare la commessa».
Fabiola aveva già avuto esperienza come commessa e dato che in un negozio del centro di Crotone ne cercavano una, si è fatta avanti.

«Quando ho ricevuto la chiamata per il colloquio sono stata ricevuta dalla moglie del titolare che mi ha spiegato quello che avrei dovuto fare e mi ha detto che i giorni di prova sarebbero stati quattro, prima di poter essere assunta. Tanti discorsi poi sulle mie attitudini, ma nessun accenno alla retribuzione». Il giorno seguente Fabiola va in negozio per il primo giorno di lavoro. «Ho scaricato scatoloni, andando su e giù per la scala, sistemato la merce in un sottotetto, non mi sono affatto lamentata, il lavoro mi piaceva». Poi piccola pausa pranzo, e poi di nuovo a lavoro. «Prima di andare via, in tarda serata il titolare mi ha chiamata. Voleva sapere se era andato tutto bene, se il lavoro mi piaceva. E intanto mi squadrava dalla testa ai piedi. Mi sono trovata a disagio», racconta.

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Fabiola prosegue nel racconto della sua esperienza in quel negozio:«Ho realizzato cosa volesse farmi intendere quando mi ha detto che avrei potuto avere delle difficoltà sul lavoro, perché spesso avrei dovuto salire e scendere le scale. La mia taglia è 52 e il mio peso, in sostanza, sarebbe stato un impedimento che avrei dovuto tenere in considerazione prima di accettare quel lavoro».

«Mi sono sentita avvilita, umiliata, ho provato tanta rabbia». Fabiola tornata a casa ha parlato con i suoi genitori e ha lasciato il lavoro. Lo zio della ragazza, però, ha voluto vederci chiaro chiedendo spiegazioni al negoziante. «Non sapeva che pesci prendere, si è giustificato parlando di un malinteso. A mio zio ha detto che io ero la prima scelta», prosegue lei.

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Francesco Oliverio, che ha selezionato Fabiola per il colloquio, ha detto:«Perché avrei dovuto insultare la ragazza se l’abbiamo scelta? Senza alcun dubbio perché l’abbiamo ritenuta la più affidabile. Se avessi avuto dubbi sul peso o sul fatto che non fosse adatta a questo tipo di lavoro potevo benissimo scartarla già al colloquio. Se si fosse presentata il giorno dopo con i documenti richiesti le avremmo fatto il contratto. Invece, si è inventata una storia che non esiste. E poi in negozio lavorano commesse molto più robuste di lei», ha chiosato.

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