Simone Buzzi a MeteoWeek chef di È sempre mezzogiorno: “Dirò sempre grazie ad Antonella Clerici”

Simone Buzzi è un apprezzato chef di origini romane, ora nel cast di È sempre mezzogiorno. Appassionato di cucina sin da quando era piccolo quando i nonni gli facevano assaporare i piatti della migliore tradizione italiana e romana, Buzzi ha deciso di fare dell’arte culinaria il suo mestiere, oltre che la sua passione.

Simone Buzzi, chef di E’ sempre mezzogiorno

Dopo aver viaggiato in tutta Europa affiancando i migliori chef e apprendendo le nozioni della cucina d’oltralpe, Simone Buzzi è tornato in Italia e ha “incontrato” il mondo della televisione. Prima a I Fatti Vostri con Giancarlo Magalli, poi con È sempre mezzogiorno con Antonella Clerici, lo chef ha potuto far conoscere ad un pubblico più ampio e variegato la tradizione culinaria italiana. Meteoweek.com lo ha intervistato per conoscere qualcosa in più su di lui…

Simone, com’è nata la tua passione per la cucina?

Avevo due nonni che cucinavano benissimo e sono nato in una famiglia romana dove la cucina è tradizione. C’erano giorni in cui si cucinava e basta, c’erano giorni di festa in cui ti svegliavi e non capivi se era Natale o Capodanno: c’erano profumi di fritto, di ragù…

Sono cresciuto con il mangiare bene che è un piacere della vita e che ho cercato, nel tempo, di farlo diventare un lavoro.

Ho girato l’Europa per approfondire quella che era la cucina tradizionale. Mi piaceva viaggiare, scoprire, mi piaceva anche cucinare, quindi è nato tutto per gioco, esperienza e curiosità. Poi ho incontrato anche grandi maestri della cucina che mi hanno aperto la visione a livello gastronomico.

Hai viaggiato in tutta Europa, hai imparato l’arte culinaria, poi sei tornato in Italia. È vero che la cucina italiana è la migliore di tutte?

Come prodotti e territorio noi abbiamo veramente tutto, è una ricchezza enorme. Come cucina, invece, la spagnola o la francese hanno delle loro particolarità o tradizioni molto buone. La cucina spagnola, ad esempio, si avvicina molto a quella nostra – anche se il concetto di pasta è solo nostro – ma sui secondi, sia la Francia che la Spagna, sono eccellenti.

Certo, la cacio e pepe e la carbonare ce le abbiamo solo noi…

La tua passione per la cucina ti ha portato a diventare, oltre che un apprezzato chef, anche uno dei membri del cast di E’ sempre mezzogiorno. Com’è iniziata questa avvenuta in Rai?

È iniziata tre anni fa perché ero un po’ curioso di conoscere il mondo della televisione. Avevo letto su Facebook un annuncio in cui cercavano solo uno chef, chiesi delle informazioni e da lì si è innescata una catena: mi hanno chiesto una foto, un curriculum, e poi c’è stato l’incontro con le autrici. Abbiamo fatto una chiacchierata e, all’improvviso, mi hanno detto: ‘Inizi venerdì prossimo!’.

Io dovevo ancora avvertire tutti, il ristorante, ma poi ho pensato: ‘Facciamolo!’. Quello era un periodo in cui dicevo sì a tutto, o meglio, alle cose importanti avevo deciso di dire di sì!

È sempre mezzogiorno è stata la tua prima volta in tv?

No, ho iniziato tre anni fa in Rai con I Fatti Vostri con Giancarlo Magalli. Nell’intervallo, poi, ho lavorato su Alice Tv, ho fatto altre esperienze su altre reti e poi la scorsa estate ho ricevuto la telefonata di un’autrice per fare un colloquio, pensavo fosse uno scherzo…

Andai al colloquio molto tranquillo, ho sempre mostrato la persona e non mi sono mai costruito un personaggio. Il piatto che presentai era un risotto, forse non era nemmeno cotto (ride, ndr), e dopo venti minuti a ridere e scherzare pensavo che non mi avrebbero chiamato. A distanza di qualche settimana, invece, mi chiamarono per dirmi che ero stato scelto.

Sono cresciuto anche io nell’epoca in cui Antonella Clerici era la regina della rete per i programmi di cucina come La Prova del Cuoco, quindi vedevo quella trasmissione come l’apice dell’esperienza accanto ad una professionista allegra e solare.

I programmi della Clerici, poi, rispecchiano il mio carattere: c’è cucina e c’è divertimento, io sono una persona solare, mi piace ridere e scherzare, oltre che cucinare.

Com’è lavorare accanto ad Antonella Clerici?

Ringrazierò sempre Antonella Clerici perché mi ha dato una possibilità. Quando lavori a contatto con grandi personaggi di esperienza, a prescindere dal continuare o meno a lavorare in televisione, ti arricchisci sempre. Dirò sempre grazie Antonella, comunque vada…

Simone Buzzi e Antonella Clerici

Ci racconti qualche simpatico aneddoto di ciò che accade dietro le quinte di E’ sempre mezzogiorno?

Noi arriviamo la mattina presto, intorno alle 9.30: si inizia con il controllo della ricetta e la preparazione di alcune cose che richiedono una cottura prima della diretta. In quei momenti, poi, ci si ritrova con gli altri colleghi, il gruppo è affiatato e simpatico, e tutto procede tra battute e scherzi, anche se si è sempre molto concentrati.

Poi si passa al trucco e poi si entra in studio.

Grazie a E’ sempre mezzogiorno, quanto è aumentata la tua popolarità sui social?

Molto! È piacevole perché viene riconosciuto con degli apprezzamenti, anche se poi c’è qualcuno che mi critica perché preparo delle ricette colossali. Io sono cresciuto con quei piatti, con la lasagna col ragù, la mortadella e i pezzi di salsiccia, mi piace rifarli perché mi ricordano i nonni.

Quando vado a fare la spesa, nonostante la mascherina, c’è gente che mi riconosce e mi dice: ‘A Rugantino! Hai fatto una ricetta che era una bomba!’. La popolarità, anche se poca, mi fa piacere, ma io resto sempre con i piedi per terra: per me non deve cambiare nulla.

Ho un sogno, me lo tengo stretto, e continuo ad impegnarmi al massimo in tutto quello che faccio.

Ti piacerebbe poter avere un programma televisivo tutto tuo?

È un’esperienza che ho fatto circa un anno fa su Alice Tv. Lì iniziai ad andare una volta a settimana nella trasmissione di Franca Rizzi, “Casa Alice”, poi mi proposero di fare un programma, “La gola Il gusto”, e feci solo un’edizione perché poi credo ci furono problemi in azienda.

Feci questa esperienza, conducevo, intervistavo e preparavo la ricetta. L’ho fatto perché mi piace mettermi in gioco e mi ha fatto crescere ma, ad oggi, credo che debba fare ancora molta esperienza. Quello è comunque il mio sogno.

Simone, tu fai parte di una categoria – quella della ristorazione – tra le più svantaggiate da questa pandemia. Pian piano i ristoranti stanno riaprendo, ma le norme vigenti sono ancora molto rigide per i ristoratori. Come credi che il tuo settore si possa rialzare da questo tragico periodo?

Abbiamo vissuto un periodo tanto particolare. Gli esperti ci avevano guidato sulle scelte future, ma il grosso caos è partito dalla scorsa estate perché, aprendo un po’ tutto, si sono creati problemi che ci siamo portati avanti fino ad adesso.

Credo che, se tutti riescono a seguire le regole, tutto potrebbe ripartire anche se in maniera più rallentata. Serviranno sicuramente degli aiuti per mantenere il posto di lavoro a tutti, che è la cosa più importante.

Di periodi brutti, sia l’Italia che gli altri Paesi, ne hanno passati e ne passeranno, ma pensando positivo uno riesce a superare tutto.

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