Il coprifuoco è solo un deterrente per le uscite notturne? La risposta è no

La risposta arriva dai dati inseriti nel maxi studio europeo, a proposito dell’efficacia delle misure restrittive adottate dai diversi Paesi. 

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Il coprifuoco è solo un deterrente per le uscite notturne? La risposta è no – www.meteoweek.com – Credit: Archivio Meteoweek

Il 13 per cento di contagi in meno. È questa la reale utilità di una misura restrittiva come mantenere il coprifuoco alle 22, secondo lo studio condotto dai migliori gruppi di ricerca europei. Il lavoro è stato postato su MedRxiv ed è intitolato: “Conoscere l’efficacia degli interventi dei governi in Europa contro la seconda ondata del Covid-19”. Gli scienziati hanno calcolato gli effetti delle chiusure sull’andamento dei casi, e ne è emerso che i provvedimenti adottati finora in Italia sono stati significativi nella gestione dell’emergenza.

La ricerca è stata realizzata da alcune delle maggiori università europee, da Oxford, Imperial College London School of Economy, a  Bristol, Copenaghen ed Essen. I dati per le analisi sono stati raccolti tra il 1 agosto 2020 e il 9 gennaio 2021 in sette diversi Paesi: Austria, Repubblica Ceca, Germania, Inghilterra, Italia, Olanda, Svizzera. Lo studio è stato reso possibile da un sofisticato modello statistico, che ha tenuto conto del livello di incidenza dell’epidemia al momento dell’intervento, dell’Rt preesistente e del tempo di latenza necessario per ottenere l’effetto a partire dall’introduzione di un certo divieto. E questo è ciò che è emerso.

La chiusura di negozi, scuole e università

Ancora più del coprifuoco, nel determinare un abbassamento dei contagi ha inciso la chiusura dei negozi. Le “business closure”, infatti, hanno abbassato l’Rt (indice di contagiosità) del 35 per cento. Ma anche la Didattica a Distanza ha contribuito: la chiusura di scuole e università ha provocato un calo dell’Rt del 7 per cento.

Mascherine e coprifuoco

Subito dopo le chiusure di negozi, attività, scuole e università, vengono le misure “sociali”. Dal coprifuoco all’uso della mascherina. Lo hanno scritto gli stessi scienziati: “L’uso rigoroso di mascherine nei luoghi pubblici e il coprifuoco notturno hanno avuto un moderato ma statisticamente significativo effetto pari rispettivamente al 12 per cento e 13 per cento. Molto alto anche l’effetto prodotto dal bando agli incontri tra persone al di fuori della propria famiglia fino a un massimo di 30: la riduzione sull’Rt è del 26 per cento.

Coprifuoco e mascherine quindi non sono solo deterrenti per la vita sociale, ma sono anche concretamente utili nella battaglia contro il Covid. Nonostante gli esperti sottolineino che “ovviamente nessuna di tutte le misure cosiddette non farmacologiche può funzionare da sola”.

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La chiusura dei ristoranti

Anche le serrande abbassate dei ristoranti hanno avuto “un largo effetto sulla trasmissione del virus”, è scritto sulla ricerca. La riduzione dell’Rt in base alla chiusura dei ristoranti è stata pari al 12 per cento. La stessa percentuale vale anche per lo stop dei locali da ballo e delle attività non essenziali come quelle di parrucchieri e centri estetici. Meno significativo è stato invece l’annullamento di mostre ed eventi culturali: ha contribuito con un 3 per cento.

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E il lockdown è servito a qualcosa?

Se lo sono chiesti in tanti nell’ultimo anno. E la risposta è sì. L’ha spiegato Francesco Forastiere, dell’associazione italiana di epidemiologia. Nell’analizzare lo studio europeo, Forastiere ha sottolineato che “il coprifuoco è stato adottato in molti Paesi, alle 22 da noi, anche prima altrove. Riduce la mobilità e la possibilità di contagio. E questo è indubbio. In generale il lockdown funziona. C’è molta confusione sul tema delle chiusure, le prove scientifiche vengo travisate per rispondere ad altre esigenze. La decisione su durata e modalità del coprifuoco dipende ovviamente dal livello di circolazione virale, dai contesti, dall’estensione delle altre misure, dai comportamenti individuali”.

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