Ddl Zan, chi è il leghista Ostellari e perché Fedez lo ha attaccato al concerto del 1° Maggio

Ddl Zan, chi è il leghista Ostellari e perché Fedez lo ha attaccato al concerto del 1° Maggio. Ecco che cos’è il Ddl Zan

Andrea Ostellari-Meteoweek.com

Coloro che seguono Fedez sui social e non molto la politica avranno di certo sentito parlare di Andrea Ostellari per la frase pronunciata dal cantante rivolgendosi al senatore:«Ostellari, non sei Beyoncé». Andrea Ostellari, 47 anni, è un senatore della Lega, legale, sposato con due figli.  Ed è, in particolare, presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama. Proprio dove il ddl Zan contro l’omofobia si è bloccato. La legge, approvata alla Camera, necessitava anche dell’approvazione definitiva in Senato.

Ostellari, però, non procedeva ad avviare mai l’iter della suddetta legge, che il centrodestra contesta: «Troppo divisiva per la maggioranza», diceva, e così veniva sempre rinviata. Ecco spiegato, dunque, il motivo degli attacchi di Fedez: non solo quello di ieri durante il Concerto del 1° maggio, ma è uno scontro che va avanti da parecchio tempo.

Fedez lo scorso 21 aprile, aveva chiesto a Ostellari di procedere con l’iter per l’approvazione della legge Zan, contestata dalla Lega: «Nonostante la maggioranza della commissione sia favorevole, un singolo, il signor Ostellari, ha deciso di fare quello che gli pare». E aveva aggiunto: «Sei un senatore, non sei Beyoncé, non puoi fare come ti pare. Ricordatelo, ripetitelo prima di andare a letto. Non sono Beyoncé».

In seguito hanno calendarizzato la legge Zan, l’esame al Senato ha avuto inizio. Ma proprio Ostellari ha avuto l’incarico di relatore: l’intento del centrodestra sarebbe quello di apportare modifiche all’impianto. Ecco perché la nomina di un leghista a relatore ha scatenato polemiche.

Chi è Andrea Ostellari e in cosa consiste la legge Zan

Andrea Ostellari-Meteoweek.com

Andrea Ostellari è nato a Campo San Martino (Padova) nel 1974, «marito, papà di Mario e di Benedetto, avvocato».  Ha cominciato come consigliere comunale a Curtarolo, nel 2016  segretario provinciale Lega Nord di Padova, nel 2018 senatore Lega. Matteo Salvini ripone fiducia in lui, tant’è che nel 2000 lo mette a capo del partito in Emilia-Romagna in qualità di commissario. Ostellari è stato anche relatore della legge sulla legittima difesa.

Lo scopo della legge Zan è contrastare discriminazioni su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità. In sostanza, si tratta di una legge che va ad aggiungere alle parti del codice penale (articolo 604-bis) che già puniscono con il carcere fino a 1 e 6 mesi discriminazioni razziali, etniche o di religione, anche quelle omofobe.

Dal Ddl Zan sono previste pene fino a 4 anni (art. 604-ter), per coloro che istigano a commettere discriminazioni o violenze per ragioni di sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere o disabilità così come per razza, etnia o religione. Vengono puniti anche coloro che organizzano o prendono parte ad associazioni che, per le suddette ragioni, istigano a discriminazione e  violenza.

Tale legge oltre ad aggiungere il reato di discriminazione omofoba, aggiunge anche l’aggravante. Oggigiorno  l’aggravante dell’odio razziale può far crescere la pena di un reato fino a una metà in più e la stessa cosa potrebbe accadere in caso di aggressioni a omosessuali o transessuali. La legge poi indice anche una giornata nazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia e transfobia, datata 17 maggio.

Questa legge è molto criticata da parte del centrodestra e del mondo conservatore cattolico. Oltre a inserire definizioni quali «identità di genere» nel codice, il timore del centrodestra è che l’attività di tutela della famiglia tradizionale possa essere considerata «discriminazione».

Leggi anche:—>Samuele trovato morto in un fosso a Bastia: rinvenuti segni di dita sul collo

Diversamente dal razzismo, però, le leggi sull’omofobia non si attuano al reato di propaganda, ma solo all’istigazione a commettere discriminazione o violenza. E i sostenitori della legge affermano che il testo non si attui per i reati di opinione ma che vi sia una specifica clausola per tutelare pluralismo e libertà di espressione.

Impostazioni privacy