Barista suicida nel suo locale: «Era caduto in depressione per la crisi»

Un barista si è suicidato nel suo locale in via Tiburtina a Roma: due amici e la moglie lo hanno ritrovato impiccato. L’uomo, 53 anni, non ha retto il peso della depressione, scaturita a causa della crisi economica vissuta con l’avvento della pandemia di Covid-19.

barista suicida
L’uomo è stato ritrovato privo di vita nel suo bar – meteoweek.com

Una tragedia si è consumata a Roma nelle scorse ore. A. B., il nuovo gestore del Caffè Di Giacomo, situato in Via Tiburtina, si è tolto la vita tra le mura del suo bar. L’uomo aveva rilevato la gestione dell’attività di ristorazione lo scorso anno, ma a causa della pandemia di Covid-19 non era mai riuscito a inaugurarla. Il peso della crisi economica ed i timori per il futuro della sua famiglia erano troppo grandi da sopportare. Il barista, dunque, si è suicidato intorno alle 12.20 di venerdì 7 maggio. La moglie, che da ore aveva perso le sue tracce ed aveva allertato anche una coppia di amici, lo ha ritrovato impiccato con una corda in un sottoscala del locale. I soccorritori, al loro arrivo, non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita. Era già cianotico. Le forze dell’ordine adesso indagano per chiarire nel dettaglio le ragioni dell’estremo gesto e comprendere se, ad esempio, il cinquantatreenne possa essere stato anche vittima di qualche giro di usurai.

Il barista suicida per la crisi

La moglie e gli amici di A. B. erano a conoscenza del momento difficile che stava vivendo. Nessuno, tuttavia, avrebbe mai pensato che il barista del Caffè Di Giacomo potesse arrivare a suicidarsi. “Era preoccupato da tempo, caduto in depressione per le difficoltà economiche che aveva anche a causa della chiusura del suo locale per le norme anti-Covid“, ha raccontato la coppia che ha ritrovano l’uomo privo di vita. Il cinquantatreenne, tuttavia, non sembrava volere mollare la attività per cui a lungo aveva lottato. “Usciva tutte le mattine per andare in quel locale, è vero che aveva problemi economici“, avrebbe detto la donna alle forze dell’ordine.

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Il Caffè Di Giacomo, a Roma, dove il barista si è suicidato – meteoweek.com

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Un dramma comune a molti operatori della ristorazione e di tutti quei settori messi in ginocchio dalle misure di restrizione utili a evitare la diffusione del Covid-19. Al nuovo gestore del bar di Via Tiburtina non era mai stato concesso di dare inizio nel migliore dei modi alla sua attività, che con impegno e sacrificio aveva preso in carico. “Problemi legati alla burocrazia: cavilli che gli avevano impedito di aprire come si deve, dopo che aveva rilevato l’attività nel 2020“, raccontano alcuni colleghi della zona. Il locale, in base ad alcune indiscrezioni, sarebbe dovuto essere inaugurato nel fine settimana, data la zona gialla nel Lazio, ma ciò non accadrà mai.

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La serranda del Caffè Di Giacomo ieri mattina è stata ritrovata alzata a metà. Dentro il corpo di A. B. ormai privo di vita. Nessuno, fino all’arrivo della moglie, si sarebbe accorto di lui. L’uomo, in base alle prime indagini, non avrebbe lasciato alla famiglia nessun biglietto né messaggio di intenzioni. Le forze dell’ordine, tuttavia, hanno sequestrato i dispositivi elettronici della vittima. Essi serviranno a comprendere se e da quanto tempo l’uomo meditava l’estremo gesto. Al vaglio, inoltre, gli ultimi contatti del cinquantatreenne. Alcuni amici e conoscenti sono già stati ascoltati dalla Polizia. La Scientifica, intanto, ha effettuato un sopralluogo nel bar. Una procedura che non potrà altro che chiarire i dettagli del dramma.

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