AstraZeneca, l’Ue non ha rinnovato il contratto: ecco perché

L’Unione Europea non ha rinnovato il contratto con AstraZeneca, in scadenza a giugno, per la produzione di vaccini contro il Covid-19. Il motivo non è da ricondurre alle questioni relativi all’efficacia di questi ultimi, bensì ai ritardi avuti nelle consegne delle dosi da parte della casa farmaceutica.

AstraZeneca
L’Ue punterà in futuro su altri fornitori per i vaccini contro il Covid-19 – meteoweek.com

AstraZeneca, a partire da giugno, non fornirà più le dosi del vaccino contro il Covid-19 all’Unione Europea. Da Bruxelles hanno annunciato il mancato rinnovo del contratto tra le due parti. Una notizia che ha in un primo momento allarmato la popolazione. In tanti in questi mesi hanno infatti temuto gli effetti collaterali causati da questo siero. Il motivo della rottura tra la Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen e la casa farmaceutica anglo-svedese, tuttavia, non sarebbe da ricondurre alla qualità del vaccino, bensì ai ritardi nel calendario delle consegne. La multinazionale, infatti, non ha rispettato gli accordi, tanto che recentemente è stata avviata anche un’azione legale nei suoi confronti. La decisione dunque non poteva che essere nell’aria da tempo.

I problemi con AstraZeneca

La causa scatenante del mancato rinnovo del contratto tra AstraZeneca e l’Unione Europea, dunque, è stato il mancato rispetto delle scadenze da parte della multinazionale anglo-svedese. La fornitura è stata infatti più volte ridotta in virtù di “problemi nei processi produttivi”. In Italia, ad esempio, sono arrivate soltanto 6,5 milioni di dosi a fronte dei quasi 18 milioni di Pfizer-BioNTech. Il siero, inoltre, per alcune settimane è stato bloccato a  causa dei sospetti eventi trombotici nei pazienti, per poi tornare ad essere regolarmente somministrato. In altri Paesi, invece, ciò non è più avvenuto. Tra questi la Danimarca, che ne ha totalmente sospeso l’utilizzo. Gli intoppi, dunque, non sono mancati. È da considerare, tuttavia, che altri Paesi come il Regno Unito hanno portato avanti la campagna di vaccinazione quasi principalmente con esso. I problemi in quel caso sono stati quasi nulli.

L’obiettivo dell’Italia ad ogni modo è adesso quello di smaltire le dosi del siero AstraZeneca rimaste in frigorifero. Quelle finora arrivate sono state utilizzate al 77%, complice la diffidenza della popolazione (il Pfizer-Biontech è stato utilizzato al 94%, mentre il Moderna al 73%). Per aumentare l’appeal in diverse regioni vengono promossi degli Open day. Fino a qualche settimana fa il vaccino veniva somministrato soltanto agli over 60, ma le ultime indicazioni delle autorità sanitarie ne consentono l’utilizzo anche al di sotto di tale soglia anagrafica.

LEGGI ANCHE -> Covid, Confcommercio su coprifuoco: «Spostarlo poco rilevante, decisivo riaprire locali al chiuso»

AstraZeneca
Le dosi AstraZeneca rimaste inutilizzate dovranno essere smaltite – meteoweek.com

LEGGI ANCHE -> Galli frena sul coprifuoco: “Serve attenzione, riaprendo tutto non ci sarà”

L’Ue punta su Pfizer-Biontech

Seppure AstraZeneca sia “un vaccino molto interessante e molto buono” soprattutto “per le condizioni logistiche e le temperature” le sette milioni di dosi in arrivo all’Unione Europea saranno le ultime. Lo ha annunciato Thierry Breton, commissario europeo al Mercato Interno, a ‘France Inter’. L’obiettivo adesso è continuare a lavorare con altri produttori che si sono rivelati maggiormente affidabili in questi mesi. “Abbiamo iniziato con Pfizer a lavorare con la seconda fase e i vaccini di seconda generazione“, ha aggiunto. La Commisisione europea ha sottoscritto con l’azienda farmaceutica statunitense un accordo l’acquisto di altre 900 milioni di dosi di vaccino più un’opzione su ulteriori 900 milioni di fiale entro il 2023. Il prezzo, avvertono da Bruxelles, sarà tuttavia più alto rispetto a quello precedente.

Impostazioni privacy