Cosa sta accadendo tra Israele e Gaza? Cause dietro lo spettro della guerra

Sale ancora la tensione tra Israele e gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza, sale il numero di morti e nessuno dei due fronti sembra intenzionato a fermarsi, tanto che l’inviato Onu per il Medio Oriente avverte: si rischia una guerra su larga scala. Il punto della situazione su cosa sta accadendo, sul perché le tensioni sono salite sempre più a partire da lunedì, e su cosa dovremmo aspettarci. 

guerra hamas israele
Foto da Adnkronos – MeteoWeek.com

L’escalation di violenza tra Israele e Hamas continua ad allarmare la comunità internazionale, oltre a mietere morti su entrambi i fronti. E’ prevista per oggi una seduta di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con lo scopo di discutere quanto sta avvenendo. A confermare l’allarme, il generale Onu Antonio Guterres, che si è detto “molto preoccupato per quanto sta accadendo in Israele e nei territori palestinesi. Le Nazioni Unite” sono a lavoro per “un’urgente de-esclation“. E a confermare il dubbio che la guerra sia già scoppiata è stato anche Tor Wennesland, inviato dell’Onu per il Medio Oriente: “Questa escalation sta sfociando verso una guerra su larga scala. E le paure sembrano confermate dai fatti. Una pioggia di bombardamenti e razzi provenienti da Gaza nella notte ha intensificato ulteriormente il conflitto che ormai da lunedì sta provocando morti e feriti.

Più in particolare, le ultime evoluzioni ci raccontano che gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza, in particolare Hamas, martedì sera avrebbero lanciato decine di razzi contro la città di Askhelon e l’area della capitale Tel Aviv. Dall’altro lato, Israele avrebbe portato avanti attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, provocando – stando a quanto riportato dal governo di Gaza – almeno 35 morti. Questa mattina, un altro bombardamento avrebbe danneggiato – secondo Israele – anche uffici dell’intelligence di Hamas. In questo caso, però, le truppe di Israele avrebbero lanciato qualche colpo di avvertimento a vuoto, in modo da consentire alle persone di mettersi in salvo prima del reale bombardamento. Una magra consolazione, visto che il rischio di uccidere civili resta alto. Ma cosa sta accadendo?

Leggi anche: Caso Prestipino: ecco perché per il Csm la sua nomina è illegittima

L’escalation di violenze tra Israele e Gaza

Le tensioni sono palpabili già da diversi giorni, ma la situazione ha iniziato a precipitare quando lunedì mattina la polizia israeliana ha attuato il suo intervento armato sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme (si tratta di uno dei luoghi più importanti per i fedeli di religione musulmana). Stando a quanto riportato da un’organizzazione palestinese che fa parte del movimento della Croce Rossa, erano stati circa 300 i palestinesi feriti in quell’occasione. Ovviamente, la questione non è morta lì. Lunedì pomeriggio Hamas, il gruppo terrorista palestinese, ha dato il via al lancio di una decina di razzi verso Gerusalemme, alcuni dei quali caduti nella periferia della città. Da quel momento, il climax di tensione è lo stesso raccontato precedentemente, e non accenna a placarsi. “Divoreremo il nemico con un diluvio di fuoco. La nostra resistenza durerà fino a quando il regime sionista non fermerà i crimini a Gerusalemme“, avrebbe già commentato Tareq Al Salmi, portavoce della Jihad islamica palestinese. “Hamas, dopo aver colpito Gerusalemme e lanciato oltre 500 razzi, invoca il cessate il fuoco, cercando di evitare di pagare il prezzo per aver colpito il nostro Stato. Ci fermeremo quando saremo pronti, ha ribadito un funzionario israeliano al Jerusalem Post.

Leggi anche: Elezioni Roma, il centrodestra ancora senza candidato sindaco: come mai?

Cosa c’è all’orizzonte

israele gaza
Foto del 2012 – MeteoWeek.com (da Getty Images)

Stando a quanto sottolineato dal New York Times, l’attuale situazione di conflitto potrebbe giovare entrambe le fazioni. Hamas, infatti, potrebbe riuscire nel suo intento di ottenere un ruolo di primo piano nella resistenza palestinese, mentre sul fronte Israeliano la guerra potrebbe rappresentare un modo per accentrare sul governo del primo ministro Benjamin Netanyahu anche i partiti rivali, che proprio in questo periodo starebbero minacciando la stabilità dell’esecutivo. I partiti dell’opposizione infatti stavano cercando di dare vita a un governo alternativo a quello di Netanyahu, e questa nuova situazione di conflitto potrebbe fermare le loro intenzioni. Fatto sta che nel frattempo, di fronte all’ostinazione dei due fronti, la comunità internazionale inizia a mobilitarsi. Qatar, Egitto e Nazioni Unite si sono attivate per incentivare un possibile cessate il fuoco, e oggi è previsto in programma un nuovo incontro di emergenza al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

Cosa c’è tutto intorno

striscia gaza
Foto del 2015 – MeteoWeek.com (da Getty Images)

Stando a quanto riportato dal Post, la situazione tra i due schieramenti sarebbe tesa ormai da giorni, a prescindere dall’escalation di violenza, e soprattutto a Gerusalemme. La città aveva conosciuto in questi giorni diverse manifestazioni nel quartiere Sheikh Jarrah. Al centro delle manifestazioni, lo sfratto di tre famiglie palestinesi, su cui si attende il verdetto della Corte Suprema israeliana. E la scelta del quartiere non è casuale: la popolazione di Sheikh Jarrah è a maggioranza palestinese, ma il luogo accoglie la tomba di Simeone il Giusto, e per questo sarebbe considerato sacro anche dagli ebrei. Ebbene, lo sfratto delle tre famiglie sarebbe solo la punta dell’iceberg di una complessa disputa legale. A tutto questo si aggiungano diversi altri fattori concomitanti. Tra questi, anche ulteriori limitazioni imposte ai palestinesi che erano intenzionati a celebrare il Ramadan a Gerusalemme, a causa della pandemia. Inoltre, attualmente è difficile capire che tipo di ruolo avranno Hamas e Jihad Islamico. Su tutto, pesa l’annullamento delle elezioni in Palestina, che è stato attribuito dal presidente palestinese Abu Mazen allo scarso coordinamento con le autorità israeliane, e che lascia in uno stato di confusione non indifferente: Hamas e Jihad Islamico si aspettavano di ricevere molti più voti del partito di ispirazione laica di Abu Mazen, Fatah.

Leggi anche: Sparatoria in una scuola in Russia: almeno 11 vittime, quasi tutti bambini [VIDEO]

Sull’altro fronte, come già ricordato, pesa la crisi politica nella quale sembra ormai esser entrata Israele. Priva di una maggioranza veramente stabile, nonostante le quattro elezioni nel giro di due anni, prima dell’attuale conflitto con Hamas stava andando incontro sempre più verosimilmente all’ipotesi di un quinto voto. Ad avvalorare l’ipotesi, il tentativo fallito di Netanyahu, che aveva cercato di mantenere in piedi l’esecutivo organizzando una nuova maggioranza. Dopo le elezioni del 23 marzo, infatti, avrebbe ricevuto dal presidente Reuven Rivlin il compito di creare una nuova coalizione. Il tentativo è andato fallito e la palla sarebbe passata al centrista Yair Lapid che – stando a quanto riportato dal Corriere – in queste ore starebbe portando avanti un’interlocuzione con pezzi della destra, con la sinistra storica e con i i deputati arabi israeliani per ottenerne l’appoggio esterno. Intanto, però, Mansour Abbas, capo del gruppo islamico, avrebbe già interrotto i negoziati. Su tutto grava lo spettro di una nuova guerra e se Lapid non dovesse farcela, l’ipotesi più probabile è che Netanyahu resti primo ministro ad interim in attesa di organizzare un’ulteriore elezione presidenziale.

Impostazioni privacy