Chiesti 7 anni e 11 mesi per Mimmo Lucano. I passaggi della sua vicenda

Durissima richiesta del pm nei confronti dell’ex-sindaco creatore del Modello Riace. La ricostruzione della vicenda e gli scontri con Salvini e Meloni.

Il pm Michele Permunian ha avanzato la richiesta di 7 anni e 11 mesi di reclusione per l’ex-sindaco di Riace Domenico Lucano detto Mimmo nell’ambito del processo Xenia. Le accuse nei confronti di Lucano sono molto gravi: associazione a delinquere, abuso d’ufficio, truffa, concussione, peculato, turbativa d’asta, falsità ideologica e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una richiesta davvero molto severa che ha messo in dubbio quel modello di accoglienza per i migranti del paese di cui è stato primo cittadino dal 2004 fino al 2018. Insieme a lui a processo ci sono altre 27 persone.

Secondo l’accusa “la confusione amministrativa e le criticità riscontrate a Riace sono state uniche. Ciò non significa che in altri Sprar italiani non vi siano state delle criticità, ma a Riace ha rappresentato un unicum per il numero di anomalie riscontrate e per la pervicacia a non correggerle“. Per il pubblico ministero “a Lucano si rivolgevano i riacesi per ottenere un’occupazione all’interno delle associazioni, il tutto a prescindere da una valutazione sulle competenze in materia di immigrazione. Il corrispettivo per l’assunzione si sarebbe tramutato nel sostegno elettorale nei confronti della compagine politica riconducibile al sindaco“. Prendono tempo i difensori dell’ex-sindaco, gli avvocati Giuliano Pisapia (l’ex-sindaco di Milano) e Andrea Daqua, per cui “le conclusioni del pm non si commentano ma si ascoltano per poi replicare quando la difesa prenderà la parola. Riteniamo che il dato emerso dall’istruttoria dibattimentale recepito dalla pubblica accusa diverga, e di molto, da quello che abbiamo recepito noi. Non condividiamo le argomentazioni e conclusioni della pubblica accusa che contesteremo sulla base di quanto emerso, anche documentalmente, nel corso del dibattimento”.

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CHI E’ MIMMO LUCANO

Domenico Lucano è nato a Reggio Calabria nel 1958. Ha studiato medicina a Roma senza però concludere il percorso universitario, diventando insegnante. Nel 1999 ha fondato l’associazione Città Futura, dedicata a Don Pino Puglisi con l’intenzione di aprire le case ormai abbandonate di Riace superiore e recuperare i mestieri antichi orbitando intorno al concetto di ospitalità. Candidatosi nel 2000 al consiglio comunale di Riace, viene eletto consigliere e nel 2004 sindaco, carica che ricoprirà fino al Il 3 ottobre 2018, giorno in cui viene sospeso dalla carica a seguito dell’indagine. In previsione delle elezioni del 2021 in Calabria, si pone a sostegno di Luigi De Magistris con la lista Calabria Resistente e Solidale annunciando la propria candidatura al consiglio regionale.

IL MODELLO RIACE

Modello Riace: è stato così definito dai giornali il sistema d’accoglienza che Lucano mise in atto aderendo al sistema SPRAR così da ottenere fondi regionali o mutui per la ristrutturazione delle case dismesse con cui le associazioni hanno dato accoglienza e ospitalità a numerosi rifugiati di tutto il mondo. Questi hanno trovato una casa mettendosi a lavorare a disposizione del Comune con laboratori artigiani di tessitura, lavorazione del vetro, confetture e altro. Questo ha inoltre permesso a Riace, cittadina in provincia di Reggio Calabria, di rinnovarsi anagraficamente, combattendo lo spopolamento tipico dei piccoli paesi e in particolare nel Mezzogiorno. Il Modello fu imitato in altre città come Stignano e Caulonia che durante la crisi umanitaria di Lampedusa del 2009 diedero disponibilità di 200 posti a confronto di Milano che si rese disponibile per 20. A Riace inoltre, a causa del ritardo dei fondi attesi dallo Stato, si attuò  una sorta di moneta locale, l’euro di Riace, che funzionò come un bonus di spesa utilizzabile anche dai turisti.

I PROCEDIMENTI GIUDIZIARI E GLI SCONTRI POLITICI

Il 2 ottobre 2018 Mimmo Lucano viene arrestato nell’ambito di un’inchiesta avviata dalla procura di Locri due anni prima. Le accuse mettono in dubbio tutto il Modello Riace e il ruolo stesso del sindaco. L’inchiesta prende piede nel 2016, i verbali riferiscono anomalie nel funzionamento del sistema, facendo scattare l’indagine della magistratura su Lucano per truffa e concussione. Il ministero dell’Interno poi ha bloccato i fondi, non riconoscendo più al Comune i bonus e le borse lavoro degli ultimi tre anni (pari ai 35 euro giornalieri stanziati per ogni migrante). Nella seconda (26 gennaio 2017) i toni sono differenti e lodano il modello d’integrazione. Il 12 gennaio 2019 a Caulonia, con la presenza di Lucano, si è costituito un Comitato promotore della Fondazione “È stato il vento” per cercare di supportare il comune di Riace e rilanciare quel modello di accoglienza. Presidente Onorario è stato eletto Giuseppe Lavorato, tra gli aderenti anche il missionario Comboniano Alex Zanotelli.

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Lucano e i suoi sostenitori hanno sempre ritenuto l’inchiesta come un tentativo politico di smontare il Modello Riace e in generale l’idea stessa di accoglienza messa su nella cittadina calabrese. Un’ordinanza del 2018 del Viminale, allora guidato da Matteo Salvini, decideva di chiudere le strutture e interrompere i progetti di accoglienza per più di 60 persone ospitate a Riace. Lo scorso giugno una sentenza del Tar diede torto al leader della Lega, seguita poi dalla conferma del Consiglio di Stato.

Proprio nel 2018 in un video divenuto virale sui social network, l’allora Ministro dell’Interno Matteo Salvini annunciò una sua imminente visita nella Locride con un’offesa al sindaco di Riace: “Mimmo Lucano è uno zero” disse. Anche Giorgia Meloni attaccò durante Lucano. A gennaio 2019 scrisse in un post: “Per l’ex sindaco di Riace Lucano anche i trafficanti di esseri umani sono vittime. Ecco il nuovo paladino della sinistra: indagato per fraudolento affidamento della raccolta dei rifiuti e difensore degli schiavisti del XXI secolo. Siete veramente alla frutta. Noi non abbiamo dubbi: scafisti e trafficanti non sono vittime ma criminali da sconfiggere e far marcire in galera“.

Salvini un giorno dovrà rispondere a qualcuno per aver commesso reati contro l’umanità” ha detto invece recentemente l’ex-sindaco commentando il non luogo a procedere nei confronti del leader del Carroccio, accusato di sequestro di persona in relazione alla vicenda della nave Gregoretti. “Un essere umano che si occupa di politica – ha aggiunto – non può decidere il destino delle persone, lasciarle in mare e sotto sequestro solo perché, magari, non hanno documenti. Io non voglio dire che la decisione dei giudici sia un errore, mi interessa relativamente“. Oggi un nuovo problema per Lucano. Il processo Xenia si avvia alla conclusione, il pm ha promosso una richiesta molto pesante per l’ex-sindaco.

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