Piera Maggio e il video porno con la sorella: ecco «come tentarono di infangare il suo nome»

Piera Maggio e il video porno con la sorella: ecco «come tentarono di infangare il suo nome». A Chi l’ha visto la verità sulla questione

Piera Maggio-Meteoweek.com

Tantissimi i tentativi di infangare il nome di Piera Maggio, madre di Denise, in questi lunghi 17 anni in cui la donna ha cercato (e continua a cercare) disperatamente sua figlia. Durante le indagini, quando sparì Denise nel 2004 da Mazara del Vallo (Trapani), vennero fuori elementi che tentavano di infangare la famiglia, tra cui un video porno che avrebbe visto Piera con la sorella.

Tutte illazioni che non furono mai riscontrate. Come racconta il maresciallo dei carabinieri, Francesco Lombardo al programma Chi l’ha visto di Federica Sciarelli, «abbiamo accertato passaggi di esposti anonimi che arrivavano contro la famiglia, contro Piera Maggio, tutti rilevati infondati, anche di basso valore morale. Sminuivano la famiglia e Piera Maggio in particolare. Abbiamo però smentito tutte le illazioni sulla famiglia e quando Piera dice che è stata rivoltata come un calzino è vero. Non c’era nulla, anche i film pornografici, erano attori di Roma che sono stati camuffati».

Il maresciallo si riferisce a un video in cui Piera e la sorella avrebbero preso parte a un video a luci rosse. «Non c’era nulla, assolutamente. Era un discredito, fatto forse per dire che erano stati loro gli autori della sparizione. Forse chi aveva preso la bambina aveva interesse di spostare l’asse delle indagini su un’altra pista».

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Oltre ciò, c’erano anche altre voci che giungevano dalle forze dell’ordine, come spiega l’ex pm Di Pisa:«A me avevano detto che Frazzitta aveva un contratto da 150.000 euro con Chi l’ha visto. Ero prevenuto nei confronti del programma perché vedevo che erano solo Frazzitta e Piera Maggio a parlare che magari dicevano cose non vere e io non avevo la possibilità di controbattere e di contestare».  Il programma ha chiaramente smentito questa ipotesi. «C’era qualcosa ma preferisco non dire niente. C’era qualcosa ma preferisco non parlare. C’erano dati oggettivi riferiti dai rapporti di polizia. Per quanto fossero fondati o meno non abbiamo approfondito questi aspetti perché non riguardavano l’indagine. Non erano cose penali. Lasciamo stare, ci mancherebbe pure. Così si scatena pure la Maggio», chiosa Di Pisa.

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