AstraZeneca, Ema: “Non somministrarlo in affetti da perdita capillare”

L’Agenzia europea del farmaco mette in allarme dopo i recenti casi di trombosi: no ad AstraZeneca per le persone con perdita capillare.

Il Comitato per la sicurezza (Prac) dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha concluso che le persone in precedenza affette da sindrome da perdita capillare non debbano essere vaccinate con Vaxzevria (ex AstraZeneca). Il comitato, informa una nota dell’agenzia, ha anche concluso che la sindrome da perdita capillare dovrebbe essere aggiunta alle informazioni sul prodotto come nuovo effetto collaterale del vaccino, insieme a un avvertimento, per sensibilizzare gli operatori sanitari e i pazienti.

La sindrome da perdita capillare è una condizione molto rara e grave che causa perdita di liquidi dai capillari, con conseguente gonfiore principalmente alle braccia e alle gambe, bassa pressione sanguigna, ispessimento del sangue e bassi livelli ematici di albumina. Il comitato ha effettuato una revisione approfondita di sei casi di sindrome da perdita capillare in persone che avevano ricevuto Vaxzevria: la maggior parte dei casi si è verificata nelle donne ed entro quattro giorni dalla vaccinazione, tre persone colpite avevano una storia di sindrome da perdita capillare e uno di loro successivamente è morto.

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Chi ha meno di 60 anni e ha avuto la prima dose di Astrazeneca farà il richiamo con il vaccino a Mrna. E’ l’orientamento del Comitato tecnico scientifico, secondo quanto si apprende, che sarà formalizzato nelle prossime ore, anche se al momento gli esperti stanno ancora discutendo sulla soglia di età sotto la quale il richiamo sarà con Pfizer e Moderna e che potrebbe essere tra i 40 e i 60 anni. Per la seconda dose, sottolineano infatti i tecnici, è raccomandato continuare a usare Astrazeneca per chi ha più di 60 anni. Sotto questa soglia, per un principio di massima cautela, è invece raccomandabile l’utilizzo di un vaccino a Mrna.

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Al 27 maggio 2021, nell’UE/SEE e nel Regno Unito erano state somministrate più di 78 milioni di dosi di Vaxzevria, sottolinea l’Ema. Il Prac ha anche discusso una comunicazione diretta agli operatori sanitari per aumentare la consapevolezza dei segnali e dei sintomi della sindrome e del suo rischio di recidiva nelle persone a cui è stata precedentemente diagnosticata la condizione.

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