Picchiata dal marito e dai suoceri, si salva chiedendo aiuto con le dita

Alla donna era impedito di uscire e di avere contatti con l’esterno. Ieri l’ennesimo pestaggio perché voleva parlare al telefono con un’amica. Marito e suoceri denunciati per maltrattamenti e lesioni personali. 

Nel pomeriggio di ieri gli agenti della squadra Volante, su disposizione della centrale operativa della questura, sono intervenuti d’urgenza in un quartiere del capoluogo in seguito a segnalazione di una violenta lite tra coniugi all’interno di un appartamento. All’arrivo davanti all’abitazione i poliziotti hanno subito percepito che era in corso un violento litigio verbale, con urla e frasi concitate tra varie persone.

Dopo aver richiesto in maniera perentoria che venisse aperta la porta d’ingresso, sull’uscio si sono presentati un uomo di origini nordafricane e la moglie, che hanno riferito di una lite, ormai sedata, tra il proprio figlio e la nuora. Mentre l’uomo, con già a proprio carico una denuncia per il reato di lesioni personali, cercava di rassicurare gli agenti sostenendo che la lite, a suo dire solo verbale, si era placata, e che non vedeva il motivo della presenza delle forze dell’ordine nella propria abitazione, gli agenti hanno visto una giovane donna, appoggiata alla parete del soggiorno a testa china, visibilmente scossa e piangente, con un evidente ematoma sulla guancia sinistra e ancora in stato di shock. La donna in quel momento veniva ripetutamente interrotta e zittita dal marito mentre cercava di rispondere alle domande che gli agenti le rivolgevano.

In questo contesto, in un momento di distrazione dei parenti presenti, la vittima è riuscita a comunicare agli agenti un segnale d’aiuto con un gesto delle dita, attirando la loro attenzione. Con la scusa di una verifica sul permesso di soggiorno i poliziotti hanno deciso di accompagnare la giovane donna negli uffici di piazza Sordello. Giunti in questura, non dovendo subire ulteriormente l’influenza minacciosa ed intimidatoria di marito e suoceri, la vittima ha vuotato il sacco raccontando quanto ormai da tempo era costretta a subire, riferendo che alcune ore prima il marito l’aveva violentemente picchiata con pugni e schiaffi al volto, stringendole con forza le mani al collo, e tutto questo solo perché lei aveva manifestato l’intenzione di usare il telefono cellulare per comunicare con un’amica.

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Nel raccontare nel dettaglio la propria vicenda personale, la donna ha raccontato di essersi sposata l’anno scorso e di essere arrivata a Mantova da circa tre mesi con la promessa di vivere da sola con il proprio marito, libera di lavorare e frequentare eventuali nuove amicizie. La realtà, invece, si è dimostrata ben diversa: dopo essersi ritrovata ad abitare con i suoceri e con altri fratelli del marito, sin da subito è stata fatta oggetto di continui maltrattamenti e percosse da parte del marito il quale, in più occasioni, era solito rientrare a casa ubriaco e con atteggiamenti violenti. Il coniuge, sempre stando al suo racconto, le impedisce di avere contatti con l’esterno e le ha vietato di avere una copia delle chiavi di casa. Il suocero, temendo un suo allontanamento, aveva preso in consegna il passaporto e le copie di documenti relative al rilascio del permesso di soggiorno.

Al termine della ricostruzione dei fatti e formalizzata la denuncia da parte della vittima nei confronti del marito e dei suoceri, gli agenti hanno provveduto a denunciare alla procura della Repubblica il primo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali (tipici reati da codice rosso), il suocero per maltrattamenti e violenza privata e la suocera per maltrattamenti. La giovane donna, invece, dopo essere stata visitata dai medici del pronto soccorso di Mantova è stata trasferita in una struttura protetta. Il questore di Mantova Paolo Sartori, in considerazione della gravità della vicenda, ha dato disposizioni all’ufficio Immigrazione della questura di avviare in via d’urgenza il procedimento amministrativo finalizzato a procedere alla revoca dei permessi di soggiorno e alla conseguente espulsione dal territorio nazionale del coniuge violento della giovane vittima e dei suoceri suoi complici, con trasferimento coatto nel Paese di provenienza una volta terminato l’iter giudiziario.

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“Anche questo ennesimo episodio di violenze e aggressioni nei confronti di una donna e, più in generale, di persone indifese, rappresenta un’ulteriore occasione per ribadire l’importanza che le vittime di simili odiosi reati non subiscano passivamente questi deprecabili comportamenti – ha sottolineato il dottor Sartori –. La polizia di Stato è costantemente impegnata con l’obiettivo di diffondere una cultura di genere che possa essere in grado di aiutare le vittime a vincere la paura, superando quel sentimento di isolamento e, talvolta, di vergogna, che spesso impedisce loro di porre termine a situazioni che non raramente, purtroppo, sfociano in tragedie. Denunciare tempestivamente alla polizia maltrattamenti e soprusi è l’unico modo per porvi termine e, spesso, può essere determinante per evitare ben più tragici epiloghi”.

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