Camilla Canepa e la Tac senza contrasto: l’Aifa suggeriva un’altra procedura

Continuano le indagini dei pm sulle cause che hanno condotto alla morte la giovane studentessa di 18 anni, Camilla Canepa dopo il vaccino all’Open Day Astrazeneca di Genova dello scorso 25 maggio. Le indagini in corso riguarderebbero anche la Tac senza liquido di contrasto a cui la ragazza è stata sottoposta dopo la trombosi. 

camilla canepa
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E’ ancora giallo sulla morte di Camilla Canepa, la ragazza di 18 anni morta dopo il vaccino il vaccino all’Open Day Astrazeneca di Genova dello scorso 25 maggio. Proseguono le indagini dei pm per far luce sulle cause della morte, per far luce sui presunti legami tra il vaccino e la patologia di cui soffriva la giovane (la piastrinopenia), oltre che per far luce su quanto saputo dai medici che hanno dato l’ok all’iniezione (ne erano a conoscenza?). Ma oltre a questa scia di analisi dei fatti, la vicenda sembra aprirsi ora ad altri tipi di domande, e quindi ad altre indagini. Infatti si starebbe indagando anche sulla Tac a cui Camilla è stata sottoposta a seguito della trombosi. La Tac sarebbe stata infatti effettuata senza liquido di contrasto.

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Cosa vuol dire esattamente? La differenza tra Tac con contrasto e Tac senza contrasto risiede essenzialmente in questo: la prima è in grado di individuare particolari che la Tac convenzionale non riesce a individuare. Ovviamente, per eseguirla sono necessari ben altri procedimenti e parametri: innanzitutto alla paziente deve essere somministrato il mezzo di contrasto. Ebbene, tutto questo non è avvenuto nel caso di Camilla. Il problema è che questa procedura sembra andare contro le indicazioni diffuse dall’Aifa per i casi di trombosi dopo il vaccino. Il documento con le indicazioni necessarie è stato diffuso dall’Aifa proprio il 26 maggio scorso, in un testo di 11 pagine sulle “complicanze tromboemboliche post-vaccinazione anti Covid 19 con Vaxzevria-AstraZeneca”. Stando a quanto riportato dal Messaggero, in un passaggio del documento verrebbe affermato: “Nel sospetto di trombosi dei seni venosi cerebrali l’esame di prima scelta è oggi l’angio-Tac, indicando al medico neuroradiologo il medesimo sospetto clinico così da poter studiare correttamente, con il mezzo di contrasto, i distretti venosi”. Cosa che non è avvenuta nell’ospedale di Lavagna, dove era stata ricoverata Camilla.

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