Morì a causa dell’amianto. Il tribunale condanna il Ministero della Difesa

“Il decesso è riconducibile a causa di servizio”. L’uomo si era ammalato mentre era nei Lagunari, quasi 50 anni fa.

L’ex-militare vittima dell’amianto e la figlia, in una foto di diversi anni fa – Meteoweek

Più di cinquant’anni fa, tra il 1963 e il 1964 ovvero per 13 mesi, aveva prestato servizio nei Lagunari a Venezia. Poi morì nel luglio del 2017 per mesotelioma pleurico poiché era stato esposto alle fibre di amianto che erano presenti anche nei mezzi da sbarco e di trasporto. Ora a quel militare è stato riconosciuto dal Tribunale di Milano lo status di “vittima del dovere” e a sua figlia dovuto un risarcimento.

Della setenza storica depositata nei giorni scorsi dal giudice del lavoro Antonio Lombardi, ha dato conto oggi l’Osservatorio nazionale Amianto presieduto da Ezio Bonanni, anche legale della donna nella causa intentata contro il Ministero della Difesa. Il magistrato ha accertato infatti che “il decesso è riconducibile a causa di servizio” e ha condannato il Ministero alla liquidazione “dell’equo indennizzo e delle prestazioni previdenziali” a favore della figlia “orfana di vittima del dovere.

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La donna, ha chiarito l’Osservatorio, ha ottenuto una “speciale elargizione per l’importo di 200.000 euro, oltre a perequazioni (presumibilmente un importo di circa 230.000 euro), e la costituzione di due assegni vitalizi mensili di 1.033 e 500 euro, che percepirà per tutta la vita, oltre agli arretrati dalla data della morte del genitore“. E si calcola che allo stato attuale abbia maturato “prestazioni previdenziali per un importo di circa 350.000 euro“. Sono alcune decine, ha spiegato Bonanni, “le vittime di malattie professionali” correlate alla presenza di Amianto “tra coloro che hanno svolto servizio nei Lagunari” e l’Ona “è riuscito a dimostrare che i battaglioni ‘Marghera’, ‘Piave’ e ‘Isonzo’ avevano i mezzi da sbarco e di trasporto coibentati con Amianto, e che la diversa componentistica era anche in Amianto friabile“.

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Anche le “strutture a terra erano caratterizzate da materiali contenenti la fibra killer – ha aggiunto il legale -. Furono utilizzate anche pezze e guanti di Amianto, necessarie per poter sostituire le canne della mitragliatrice M-42/59 che, dopo poche raffiche, si surriscaldavano“. Soltanto all’inizio degli anni 2000, spiega ancora l’Ona, “lo Stato Maggiore ha valutato la problematica Amianto disponendo, negli anni successivi, che si accertasse il rischio e si cominciasse ad affrontare la questione della bonifica, che rimane, tutt’oggi, sul tappeto“. Questa, dunque, ha dichiarato Bonanni, “è solo la prima di una lunga serie di vittorie che otterremo in favore degli ex militari Lagunari. E’ doveroso ottenere giustizia, per loro e per i familiari“.

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