Minaccia la compagna con machete e colpisce a testate i Carabinieri: ai domiciliari

Un giovane è stato arrestato in provincia di Aosta per resistenza a pubblico ufficiale. I Carabinieri erano intervenuti nell’abitazione a seguito della chiamata della compagna, che era stata minacciata con un machete. Il ventiseienne era in uno «stato di alterazione dovuto all’abuso di alcol», tanto che all’arrivo degli agenti ha cercato di colpirli con delle testate. È stato sedato e condotto in carcere. Il Tribunale, tuttavia, ha disposto i domiciliari.

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Il 26enne ha minacciato la compagna mentre brandiva un machete – meteoweek.com

I Carabinieri della Stazione di Verres e dell’Aliquota Radiomobile del Norm della Compagnia di Saint Vincent Chatillon, domenica sera, hanno arrestato M.L. per resistenza a pubblico ufficiale. Le forze dell’ordine sono intervenute nell’abitazione dell’uomo a seguito di una segnalazione della convincente. Il ventiseienne, originario di Torino ma residente a Issogne, in provincia di Aosta, era ubriaco e minacciava quest’ultima con un machete. La donna, terrorizzata, si è rivolta agli agenti. Al loro arrivo questi ultimi sono stati a loro volta aggrediti dal giovane, che ha tentato di colpirli a testate. È stato, tuttavia, prontamente immobilizzato e sedato grazie all’intervento del personale sanitario. Successivamente è stato condotto in un primo momento in ospedale per le necessarie cure, per poi essere accompagnato nel carcere di Brissogne.

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M.L., che ha tentato di aggredire la compagna – vent’anni più grande – con un machete, è un volto noto alle autorità, in quanto pregiudicato. Il suo arresto è stato convalidato questa mattina dal Tribunale di Aosta, dove è stato processato con la formula del rito abbreviato. La condanna per il reato di resistenza a pubblico ufficiale è di 4 mesi e 20 giorni di reclusione con applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari presso il proprio domicilio. Nel corso dell’udienza, il pm Manlio D’Ambrosi aveva espresso la richiesta di porre l’uomo ai “domiciliari” in un’abitazione diversa da quella in cui abita anche la convivente. Quest’ultima, tuttavia, in base alle dichiarazioni del team di legali della difesa, avrebbe manifestato la disponibilità scritta ad accoglierlo nuovamente in casa.

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