Giorgia Meloni fatta fuori da Lega e Forza Italia per il nuovo Cda della Rai

La leader di Fratelli d’Italia, esclusa dagli altri partiti di centrodestra, protesta: “Violazione delle più banali norme del pluralismo”

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Giorgia Meloni fatta fuori da Lega e Forza Italia per il nuovo Cda della Rai – www.meteoweek.com – Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Credit: Archivio Meteoweek

“È una violazione senza precedenti delle più banali norme del pluralismo”. A parlare è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, in merito alle nomine appena fatte per il nuovo Consiglio di amministrazione della Rai. Protesta perché il suo partito è stato completamente escluso dalla questione, e a farlo sono stati i suoi stessi colleghi della coalizione di centrodestra: Lega e Forza Italia. Chiede l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente della Camera, Roberto Fico. Arriva persino a presentare un’interrogazione alla Commissione europea a nome del gruppo dei Conservatori a Strasburgo (Ecr), di cui ha la presidenza.

Il nuovo Cda della Rai

Riccardo Laganà, eletto a inizio giugno dall’assemblea dei dipendenti, siederà accanto a Marinella Soldi e Carlo Fuortes, rispettivamente presidente e amministratore delegato di viale Mazzini. Oltre ai componenti eletti da Camera e Senato giovedì 15 luglio, ovvero Igor De Biasio, Alessandro Di Majo, Francesca Bria e Simona Agnes. La conferma è arrivata da parte del Consiglio dei ministri. Ora manca solo l’approvazione della commissione parlamentare di Vigilanza della nomina di Soldi. Poi, a settembre, ci sarà una seconda tranche di nomine, che riguarderà direttore generale, eventuali direttori di reti e di testate giornalistiche.

La protesta di Giorgia Meloni

Ma perché Meloni reagisce con tanta veemenza alla conferma delle nomine Rai? Lo spiega lei stessa, continuando la sua invettiva contro chi l’ha fatta fuori e portando avanti le motivazioni della sua contrarietà. La televisione di Stato è pagata con i soldi di tutti gli italiani. Oggi si stima che il 20 per cento di quegli italiani voti per Fratelli d’Italia e Fratelli d’Italia non ha alcuna presenza o rappresentanza né nel Cda della Rai né alla presidenza della commissione di vigilanza Rai che di prassi spetta all’opposizione. Quando si picconano pezzi fondamentali della tenuta delle nostre istituzioni democratiche diventano precedenti. Quel precedente oggi lo paga Fratelli d’Italia e domani lo può pagare qualcun altro: l’unico partito di opposizione non viene rappresentato per la prima volta nella storia d’Italia e io credo che questo sia un problema di tutti, non solo di Fratelli d’Italia”, ha detto la numero uno di FdI.

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Cirielli sostiene Meloni

La ha fatto eco Edmondo Cirielli, questore della Camera e coordinatore della direzione nazionale di Fratelli d’Italia: “Mi dispiace che questa cosa sia accaduta nel silenzio generale. Mi dispiace che le massime cariche istituzionali, a partire dal presidente Mattarella, non abbiano ritenuto di intervenire per impedire che un vulnus del genere si creasse e continuo a porre il problema di una nazione che sta violando regole fondamentali. Fratelli d’Italia non è a caccia di poltrone, ma intende tutelare fino in fondo il pluralismo dell’informazione e la democrazia. Sarebbe opportuno, a questo punto, l’intervento del presidente della Camera Roberto Fico che, anche da ex presidente della commissione di Vigilanza Rai, ha sempre gridato contro l’occupazione della Rai da parte dei partiti”.

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La risposta della commissione di Vigilanza Rai

La Rai, attraverso la sua commissione di Vigilanza, si è difesa. Infatti il segretario della commissione, Michele Anzaldi, in quota Italia viva, ha sottolineato: “Giorgia Meloni non tiri in ballo Mattarella per cercare di nascondere il suo totale fallimento sulla Rai. Invece di incaponirsi sulla riconferma di chi, come il consigliere Rossi, è stato tra i responsabili in questi tre anni della peggiore Rai di sempre, la leader di Fratelli d’Italia avrebbe potuto e dovuto dialogare e trattare con gli altri partiti per trovare un profilo condiviso di vera garanzia e competenza, visto che aveva bisogno dei voti degli altri per eleggere un consigliere. Invece Meloni ha avuto la singolare pretesa che altri partiti si adeguassero al suo diktat. Almeno ci risparmi la strumentalizzazione assolutamente fuori luogo del Quirinale nel regolamento di conti all’interno del centrodestra. Il presidente Mattarella in questi anni è stato uno dei pochi, se non l’unico faro di vera garanzia e non merita di essere tirato per la giacca in queste polemiche politiche”.

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