L’ambiguità di Salvini e Meloni su vaccini e Green pass

Da mesi lo annunciano ma ancora sono “in attesa”. E sulle limitazioni invocano la libertà. Ma quando si vaccinano Meloni e Salvini?

Su vaccini e riaperture gli esponenti del centrodestra si sono mossi in maniera piuttosto confusa in questi mesi. Se da un lato hanno sempre invocato la libertà di scelta sui vaccini, ne hanno riconosciuto la validità ed efficacia, se da una parte hanno invocato riaperture e necessità di riavviare il sistema economico soprattutto in vista delle stagioni turistiche, hanno ostacolato l’idea di un sistema di controlli serrato e la possibilità di introdurre il Green pass per l’accesso a locali e spazi pubblici.

Sulla possibilità di vaccinarsi poi i leader del centrodestra sono sempre stati a dir poco ambigui. La strategia però è chiara: non negare la necessità dei vaccini ma limitarsi nel tesserne le lodi così da strizzare l’occhio agli scettici e ai no-vax. Una sorta di doppiogiochismo politico che ha ben funzionato nella costruzione del consenso su altri temi e che viene riproposto sull’argomento principale del dibattitto sociale e politico dell’ultimo anno.

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Prendiamo il caso di Matteo Salvini. Avendo compiuto 48 anni, la possibilità per il capo della Lega e per le persone della sua età di vaccinarsi è partita agli inizi di maggio. Da allora è stato continuamente incalzato dai giornalisti nel chiedere quando avrebbe ricevuto la dose ma non ha mai dato una chiara risposta. A fine giugno Salvini ha dichiarato di essersi prenotato ma di avere perso il turno perché chiamato dal tribunale di Catania per rispondere in merito al processo sul caso Gregoretti. Arrivati alla fine di luglio sostiene che il suo turno sarà ad agosto, in un’improbabile appuntamento fissato due mesi dopo la prenotazione. Ma “Per mia scelta farò il vaccino a brevissimo”, ha assicurato.

Ma è sull’obbligo vaccinale che Salvini ha lasciato più dubbi. “Mi rifiuto di vedere qualcuno che insegue mio figlio con un tampone o una siringa” ha detto ieri su Rete4 e aggiunto: ”Si può consigliare agli insegnanti di farsi vaccinare, non obbligarli. I numeri dimostrano che nessun minorenne è morto fino a ora di solo Covid. E gli insegnanti non vaccinati, chi potrebbero mai infettare? I minorenni appunto… Quindi non solo d’accordo sull’obbligo per gli insegnanti e sull’obbligo in generale“. Per l’ex-ministro dell’Interno dunque non è indispensabile vaccinarsi per docenti e studenti, sebbene da settembre il Governo abbia chiesto di riavviare del tutto le lezioni in presenza, di fatto obbligandoli a rimanere per ore nel chiuso delle aule. Inoltre se è vero che il Covid miete quasi solamente vittime sopra una certa età, è pur vero che anche i più giovani possono subirne gravemente i sintoni e soprattutto essere portatori del virus verso familiari e conoscenti. Per non parlare del Green pass: “Il Green pass, fatto ora, sarebbe una sciagura e iattura inutile”, ha detto.

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Sulle riaperture ci sarebbe molto da discutere: a inizio estate ci troviamo già in una situazione di crescita costante dei contagi con circa 2mila nuovi casi al giorno. Dai dati dell’Istituto Superiore di Sanità si evince che coloro che finiscono in terapia intensiva sono quasi esclusivamente quelli che non hanno ricevuto alcuna dose o non hanno completato il ciclo vaccinale. Il Green pass non sarebbe quindi, come dice Salvini, una limitazione delle libertà ma un tentativo di circoscrivere la circolazione del virus. Se sei vaccinato e non rischi l’ospedalizzazione, il sistema sanitario non dovrà farsi carico delle cure e intasare le strutture ed eviterai di contagiare le persone più deboli.

Ma il calcolo elettorale sui vaccini non è solo di Salvini, anche Giorgia Meloni ha sempre evitato di essere esplicita sull’argomento. “Se mi vaccinerò? Se avessi deciso di non vaccinarmi lo avrei già detto. Ho detto che mi vaccino, non vi preoccupate” ha detto stamattina garantendo che riceverà anche lei la dose. Ma il discorso sulle tempistiche è lo stesso del suo omologo della Lega: Meloni ha 44 anni e la possibilità di ricevere il vaccino è aperta per la sua categoria da oltre due mesi. Inoltre anche lei esprime perplessità sulla possibilità di vaccinare tutti i cittadini, chiamando l’attenzione solo su certe categorie e definendo il Green pass “una scelta liberticida e inutile“.

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Purtroppo se oggi si torna a parlare di restrizioni, colore delle regioni e possibilità di nuovi lockdown in autunno la colpa è proprio del fatto che ci sono milioni di persone che per pigrizia, paura o ideologia non si sono ancora vaccinate, persone ben stimolate da una certa parte della politica. Partiti ed esponenti invece hanno la responsabilità morale di non anteporre i propri calcoli elettorali all’interesse comune dei cittadini. Sono in gioco migliaia di vite, il futuro del sistema sanitario italiano e la tenuta economica del Paese che non può permettersi nuovi “terremoti” dopo oltre 18 mesi mesi di pandemia.

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