La crisi di Kabul e i migranti: Mattarella alza la voce

Il Capo dello Stato italiano chiede una voce unica per l’Unione europea in politica estera e coerenza tra azioni e principi

La crisi in Afghanistan apre nuovi dibattiti in seno all’Unione Europea. L’Europa non è ancora coesa, per ora è soltanto una unione monetaria e commerciale. In questi ultimi tempi, però, le crisi stanno diventando delle opportunità per l’Unione di cambiare in meglio. E’ accaduto per la pandemia, dove per la prima volta nella storia sono stati elargiti prestiti comuni ai vari Stati per reagire alla crisi post pandemica. Una metà di quei fondi sarà a fondo perduto per i paesi più colpiti come l’Italia e la Francia.

Mattarella sollecita l’Unione

Lo stesso auspicio di nuova linfa e coesione è auspicata dal Capo dello Stato italiano Sergio Mattarella, intervenuto sulla nuova crisi mondiale che riguarda l’Afghanistan e le conseguenze sul processo di migrazione: “Non è più’ possibile mantenere una condizione così, è indispensabile adottare subito gli strumenti di politica estera e di difesa comune. L’Unione deve avere finalmente una voce unica, deve sviluppare, in maniera maggiore di quanto sia avvenuto fin qui, un dialogo collaborativo con altre parti del mondo, particolarmente con l’Africa, per governare insieme questo fenomeno. Soltanto una politica di gestione del fenomeno migratorio dell’Unione può essere in grado di governarlo in maniera ordinata, accettabile, legale, senza far finta di vedere quello che avviene per ora, e senza essere tra poco tempo travolti da un fenomeno ingovernabile è incontrollabile”.

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Sono state le parole eloquenti, affermate con tono deciso ieri dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo alle domande dei partecipanti al seminario ‘Per un’Europa libera e unita’, organizzato dall’Istituto ‘Altiero Spinelli’ in occasione dell’80/mo anniversario del Manifesto di Ventotene.

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Poi una stoccata alle posizione sovraniste dell’Unione: “Devo confidare – ha spiegato – di essere sorpreso dalla posizione di alcuni movimenti politici e di alcuni esponenti nei vari Paesi dell’Unione, rigorosi nel chiedere il rispetto dei diritti umani a Paesi lontani, ma distratti di fronte alle condizioni e alla sofferenza dei migranti, per persecuzioni, per fame, perché i mutamenti climatici hanno sconvolto il loro territorio”.

 

 

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