Angela Merkel a Roma, l’incontro con Draghi: passaggio di testimone in Ue?

Angela Merkel arriva in Italia per quella che lei stessa ha definito “visita d’addio“: in programma, dapprima un incontro con il Papa in Vaticano, e poi un colloquio privato con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Secondo molti commentatori, quello con il premier rappresenterebbe una sorta di passaggio di testimone alla guida dell’Europa.

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Foto del 24 giugno – MeteoWeek.com (Photo by Odd Andersen – Pool/Getty Images)

Angela Mekel in Italia per una “visita d’addio“: la cancelliera (ormai al termine del proprio mandato) ha già fatto sapere tempo fa di aver intenzione di abbandonare la politica e – vien da sé – la guida dell’Europa. In questo senso l’incontro privato tra Angela Merkel e Mario Draghi, previsto dopo la visita in Vaticano dal Papa, è visto da molti commentatori come un passaggio di consegne alla guida dell’Ue. I due leader in un primo momento si dedicheranno agli onori del caso (il colloquio nella sede del governo e la conferenza stampa), ma poi pranzeranno in un ristorante nel centro di Roma, in privato. A riportarlo è la stessa Agi, che sottolinea come la riservatezza dell’incontro dia in realtà la misura della confidenza tra Angela Merkel e Mario Draghi, conquistata nel corso di anni e qualche scontro. La stessa cancelliera nella giornata di ieri, al termine della riunione informale del Consiglio europeo e del vertice Ue-Balcani occidentali a Brdo, in Slovenia, ha ricordato quando Draghi era alla guida della Bce e “ha compiuto passi importanti per salvare l’euro“. Il dualismo tra i due risale infatti al 2012, quando la Bce guidata da Mario Draghi riuscì a ottenere un compromesso sul quantitave easing in grado di superare la contrarietà di Berlino a misure espansive. In questo senso Angela Merkel ricorda il ruolo di Draghi, ma in questo senso ribadisce: ora Draghi ha “un ruolo completamente diverso” con un governo “molto inclusivo. Poi l’ennesimo endorsment, anche sul nuovo ruolo: “Penso che abbiamo bisogno di un’Italia economicamente forte e Mario Draghi ha già fatto passi importanti per raggiungere questo obiettivo“. Ma slittando dal piano ufficiale a quello ufficioso, non può sfuggire all’attenzione di tutti il “passaggio di testimone” privato che, con ogni probabilità, i due si accingono a completare.

Durante la visita di congedo, i due avranno sicuramente occasione di parlare di pandemia, ripresa economica e clima. L’incontro, tra l’altro, è previsto 5 giorni prima del vertice straordinario sull’Afghanistan e a venti giorni dalla kermesse organizzata da Draghi alla Nuvola di Roma. Insomma, il calendario è fitto e sarà possibile stimare fin da subito quale sarà il peso e il ruolo assunto da Draghi sullo scenario internazionale. Intanto, è possibile anticipare che il pranzo tra Draghi e Merkel sarà sicuramente breve: nella sola giornata di oggi, oltre a Merkel, il presidente del Consiglio incontrerà il presidente armeno Sarkissian, si recherà alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti dei Paesi del G20 al Senato e alla cabina di regia sul Pnrr, per terminare con un Consiglio dei ministri per dare il via alle norme sulle discoteche individuate dal Cts.

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Le prove generali

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MeteoWeek.com (Photo by Omer Messinger/Getty Images)

Tra impegni nazionali e internazionali, ad ogni modo, Mario Draghi ha già avuto modo di rilasciare un primo intervento di rilievo, nel campo della politica estera. Il premier, parlando al termine del vertice sloveno della Ue, ha fatto il punto della situazione su politica estera dell’Ue, difesa, sicurezza e Nato. La sua visione è chiara quanto difficile da gestire: la Nato sembra sempre meno interessata all’Europa, ed è per questo che l’Ue deve reagire, completare la sua trasformazione, diventare un’interlocutrice credibile in politica estera, per rafforzare sé stessa e la sua posizione di fronte alla Nato. Gli esempi a sostegno sono tanti, e Draghi li espone in maniera anche abbastanza dura ricordando “il ritiro dall’Afghanistan per il modo in cui è stato deciso, comunicato ed eseguito”, oppure “il cambio di intenzioni che ha riguardato il contratto tra l’Australia e la Francia per la fornitura di alcuni sottomarini nucleari scartati per sottomarini di produzione americana”. Secondo il premier “sono due messaggi molto chiari, che ci dicono che la Nato sembra meno interessata dal punto di vista geopolitico all’Europa e alle zone di interesse dell’Europa e ha spostato le aree di interesse ad altre parti del mondo“. Insomma, bisogna pensare alla difesa, e bisogna farlo senza timore di indebolire la Nato, ma con l’intenzione di rafforzarla: “Molti Paesi, se non tutti, hanno la sensazione di aver perso interesse geopolitico all’interno della Nato. La necessità di fare qualcosa su questo fronte c’è e non credo che fare qualcosa fuori dalla Nato indebolisca la Nato, ma è complementare alle azioni della Nato. Magari è utilizzabile in altre parti dello scacchiere geopolitico in cui la Nato non può intervenire magari rafforza la Nato, e rafforza anche l’Europa”.

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Le parole di Draghi, condivise da tempo da altri leader Ue, sembrano esser davvero trasversali: dalla cena dei leader Ue sarebbe emersa un’Unione europea pronta “a fare di più per promuovere e difendere i valori e gli interessi dei cittadini europei“, riporta l’Agi. Dalla presa di coscienza, all’azione: il premier ha raccontato di aver chiesto alla Commissione, in modo formale, di produrre una proposta che venga discussa nei prossimi consigli dei capi di Stato e di governo a Bruxelles per una politica di difesa e estera comuni; nei prossimi mesi gli stati membri lavoreranno a una nuova dichiarazione Ue-Nato, mentre si avvieranno lavori di preparazione del vertice Ue sulla Difesa (previsto a marzo). In breve, con l’abbandono di Angela Merkel si apre una nuova fase dell’Ue nella quale Draghi sembra avere un ruolo centrale. Resta da capire quanto a lungo avrà un ruolo centrale in Italia.

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