Assunzioni per raccogliere consensi a Roma prima delle elezioni, gravi accuse contro l’ex assessore Coia (M5S)

La lettera pubblicata dal Messaggero, rivela come l’assessore Coia spingesse per sbloccare alcune assunzioni prima delle elezioni in modo da raccogliere il maggior consenso possibile

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Uno scandalo per certi versi inaspettato, considerato che è arrivato alla fine dell’amministrazione pentastellata sulla capitale. 

Ma in fondo è anche questo il motivo per cui scopriamo adesso che Andrea Coia, assessore al commerciante uscente della giunta guidata dalla Raggi, ha deciso di provare a conquistare del consenso affinché la sua giunta non uscisse sconfitta dalle amministrative su Roma, com’è invece è accaduto. 

Questa quantomeno, è la storia che ci racconta in esclusiva Il Messaggero, che è riuscito ad entrare in possesso di alcuni virgolettati di alcune lettere scritte da Coia in persona, che sembrano inchiodarlo alle sue responsabilità. 

Coia, considerato da sempre un fedelissimo della Raggi, ha fatto di tutto per “sbloccare” dei posti di lavoro all’interno dell’amministrazione pubblica al solo scopo di acquisire consenso in vista delle elezioni comunali. Una mossa a cui in realtà la politica italiana ci ha abituato ormai da decenni, e che forse testimonia anche la disperazione in casa 5 Stelle prima del voto. Le possibilità che la Raggi venisse confermata erano pochissime, come i sondaggi hanno testimoniato negli ultimi mesi. Andrea Coia era stato eletto nel 2016 con 536 preferenze, accompagnando il Movimento 5 Stelle, che aveva totalizzato il 5 per cento alle comunali, all’entrata del campidoglio. E dunque ecco che come racconta il Messaggero, l’assessore al commercio, a pochi mesi dalle amministrative su Roma che si sono tenute alcuni giorni fa, chiede aiuto a un suo collega di giunta, Antonio De Santis. “Bisogna chiudere la partita” spiega, e il riferimento è a delle nuove assunzioni da fare come “l’arruolamento del personale nei centri di formazione professionale e nelle scuole d’arte e mestiere capitolini”.  Una decisa da prendere in fretta in quanto secondo Coia “abbiamo pochissimo tempo prima delle elezioni”. La sua volontà politica in comune era dunque quella questi posti di lavoro, reclamati da lungo tempo anche dalle associazioni sindacali sul territorio, per conquistarsi la gratitudine di questi neo-assunti e provare ad avere qualche voto in più che riconfermasse la Raggi e la sua giunta alla guida da Roma. 

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All’interno del Comune però, quando Coia presenta la sua proposta, non tutti gli esponenti grillini sono d’accordo ed inizia così un vero e proprio braccio di ferro riguardo la possibilità di indire in merito un nuovo concorso pubblico. De Santis, l’unico politico eletto con la lista civica della Raggi, è sia tecnico che avvocato cassazionista, e comprende subito che la richiesta di Coia non può essere soddisfatta. Una risposta che irrita l’ex assessore, che rimprovera sul tema il collega: Mi sarei atteso una maggiore collaborazione da parte tua e del dipartimento Risorse Umane per chiudere la questione; invece con mio grande rammarico ho constatato una forte chiusura”. De Santis non è l’unico ad avere dubbi, perchè la decisione di respingere la sua proposta, arriva da Angelo Ottavianelli, direttore delle risorse umane dell’amministrazione romana. Fino a quel momento, le assunzioni nei centri professionali avvenivano tramite incarichi esterni, conferiti ad un partecipata chiamata “Capitale Lavoro”. Assunzioni che però devono essere rinnovate di anno in anno perpetuando un sistema di precariato che non può durare per sempre. Anche su queste motivazioni Coia chiede che venga invece bandito un concorso. Un proposito nobile, non fosse che a un certo punto è lo stesso Coia a spiegare le ragioni della sua fretta: “Abbiamo pochissimo tempo prima delle elezioni e certo lasciare una situazione del genere non ci agevola nel raccogliere consensi presso la cittadinanza”. 

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Uno scandalo perpetrato alla maniera di quella vecchia politica sempre osteggiata dal Movimento 5 Stelle.

Non è la prima volta che un fedelissimo della Raggi viene sorpreso in situazioni politicamente sconvenienti e illegittime. L’ex sindaca di Rom, arrivata quarta alle ultime elezioni, non ha insomma perso il vizio di scegliere personaggi ambigui che spesso non dimostrano un reale attaccamento agli ideali di 5 Stelle. 

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Grillo stesso in altri anni, di fronte a certi scandali incredibilmente simili se non identici, non hai mai esitato a parlare di “voto di scambio”, anche per situazioni giuridicamente legittime ( chi non ricorda il suo intervento nel salotto di Vespa sugli 80 euro di Renzi?).

L’articolo del Messaggero è uscito in queste ore, e dunque per il momento non è chiaro che posizione assumerà in merito il direttorio nazionale pentastellato. La speranza però, è che questa presa di posizione sul comportamento di Coia da arte dei 5 Stelle, che adesso sono in molti ad attendere con ansia, non si riveli anch’essa identica a quella che assumerebbe quella vecchia politica che anno dopo anno sembra aver risucchiato per intero i buoni propositi con cui era nato il Movimento.

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