Caso Sara Pedri, 15 testimoni incastrano l’ex primario:«Si accaniva senza motivo»

L’ex primario Saverio Tateo è andato via dall’ospedale di Trento. Resta tuttavia in lizza per Cittadella. Il nome di Sara Pedri compare una volta 

Sara Pedri, Saverio Tateo-Meteoweek.com

Sono 15 le testimonianze che incastrano l’ex primario di ginecologia dell’ospedale di Trento, Saverio Tateo, accusato di vessazioni nel suo reparto, dove c’era anche Sara Pedri, scomparsa lo scorso 4 marzo. Come riporta Il Corriere della Sera, il  presidente dell’Ufficio procedimenti disciplinari, Luciano Bocchi, ha citato anche Sara con altri professionisti, considerati sottoposti a «mobbing».

Bocchi la cita per chiarire quanto testimoniato da una ginecologa che ha parlato del «malessere lavorativo» vigente nel reparto di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara di Trento. La dottoressa ha detto: «Dal mio arrivo sono andati via molti colleghi». Si tratta di una testimonianza riportata nelle pagine del procedimento disciplinare contro l’ex primario Tateo, in cui si leggono i nomi di 15 professionisti che l’uomo avrebbe preso di mira, “vessandoli” e “umiliandoli“.

Intanto il difensore di Tateo, Vincenzo Ferrante, ha già fatto sapere che ricorrerà al Tribunale del lavoro per «ripristinare la verità e confermare la correttezza dell’operato del dottor Tateo». Intanto resta aperta la possibilità che l’uomo si trasferisca all’ospedale di Cittadella dove sta prendendo parte a un concorso per ottenere il primariato.

Sara Pedri, Tateo-Meteoweek.com

Ma come mai si è giunti al licenziamento del primario? Sono 15 le testimonianze alla base delle 17 contestazioni riassunte nel testo della misura disciplinare firmato lo scorso agosto. Si parla di un episodio risalente al 18 ottobre 2018, quando nel corso di un colloquio sui turni, l’ex primario avrebbe denigrato pubblicamente una collega con tanto di minacce di misure disciplinari.

Il 23 ottobre 2018 avrebbe invece detto, in riferimento ad alcune colleghe, che «vanno eliminate fisicamente, sono mele marce». Il 25 ottobre, poi, parlando con una dottoressa, l’avrebbe aggredita chiedendole ripetutamente «di presentare le dimissioni».

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«Non infrequentemente si sentono nel reparto e nella sala d’attesa del pronto soccorso ginecologico toni alterati del dottor Tateo provenienti dal suo studio», ha detto una testimone. Da qui si spiegherebbe la richiesta di «insonorizzare le pareti dello studio». Per non far sentire le grida, a detta dell’accusa. «Per una questione di privacy», afferma la difesa.

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A ottobre 2018 Tateo decide di non permettere a una ginecologa dalla sala operatoria. «Vengono posti in essere comportamenti», riporta l’Ufficio disciplinare, «tesi consapevolmente a ingenerare dubbi sulle capacità professionali» delle ginecologhe, «denigrandole anche in presenza di terzi». «Minacciò di demansionarmi», è la testimonianza di un’altra dottoressa. Tateo avrebbe cominciato ad avere un comportamento differente con i colleghi soprattutto dopo l’arrivo della sua vice, Liliana Mereu.

«Talvolta si accanisce su certe persone senza plausibili spiegazioni, altre volte crea favoritismi evidenti», dice un’altra testimone. Nell’atto, in cui si narrano episodi verificatisi tra il 2019 e il 2020, si legge di «sistematici e reiterati comportamenti aggressivi, ostili e denigratori», atteggiamenti così gravi «da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro», è quanto conclude l’Ufficio disciplinare.

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