Covid, Rasi (ex Ema): “No a una maggiore durata dei tamponi, e renderli gratuiti è uno spreco”

L’ex direttore dell’Ema si è dichiarato favorevole all’introduzione del green pass nei luoghi di lavoro, che inizia ufficialmente oggi. Ma non solo, perché secondo il medico alcune ipotesi di modifica sui tamponi molecolari per agevolare coloro ancora sprovvisti del passaporto vaccinale, rischiano di diventare uno spreco di risorse privo di giustificazioni

Il passaporto vaccinale è una misura giusta che il governo fa bene a portare avanti. La speranza semmai, è che adesso ancora più persone si convincano della necessità di vaccinarsi. Questa una delle opinioni espresse dal microbiologo Guido Rasi in un’intervista concessa al al Corriere della Sera. Rasi ha ricoperto ruoli molto importanti in passato, tra cui quello di direttore dell’agenzia europea del farmaco Ema. 

Per Rasi non si può in alcun modo pensare di allungare la durata dei tamponi

Il medico si è poi espresso negativamente circa la possibilità di aumentare la durata dei tamponi da 48 a 72 ore. Un’ipotesi messa sul campo per agevolare tutti quei lavoratori che decidono di continuare a lavorare senza certificato ed evitare al contempo quei blocchi produttivi su cui alcuni comparti economici del paese hanno lanciato l’allarme negli ultimi giorni. Nel settore dei trasporti ad esempio, risulta che solo un autista su tre è già munito di green pass. Per Guidi però non si può allungare la durata di un tampone su queste motivazioni: “Alla luce delle conoscenze molecolari e soprattutto delle evidenze pratiche di soggetti risultati negativi la mattina e positivi la sera non sarebbe logico. Non è la scienza che può decidere né la politica ma il virus. Il Sars-CoV-2 ha i suoi tempi. Se io mi contagio, ad un certo punto scatta la replicazione virale. Una singola particella ne può produrre fino a 100.000 in 5 ore. Questo significa che una persona negativa all’inizio della giornata può a metà giornata non esserlo più”. Prime della variante delta, ha affermato lo scienziato, vi era le certezza che i negativi nell’arco di 48 ore infettano molto poco”. 

Con la nuova variante delta, i tempi del contagio sono dimezzati

Questa nuova variante del virus che negli ultimi mesi abbiamo imparato a conoscere risulta invece avere i tempi di incubazione dimezzati. E questo secondo Rasi è un altro valido motivo per non prendere in considerazione questa ipotesi. Più controverso invece il suo giudizio sulla possibilità di renderlo gratuito. Secondo l’ex direttore dell’Ema si tratterebbe infatti di una scelta insensata da parte del governo, che andrebbe a configurarsi come uno spreco sconsiderato di risorse pubbliche. 

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Ma non solo, significherebbe anche “avallare l’uso non etico delle limitate risorse per la sanità pubblica quando invece bisogna ribadire con fermezza il dovere civico e morale di vaccinarsi in caso di pandemia e non smettere di rammentare la persistenza di un rischio generalizzato per la salute della collettività. La libertà di non immunizzarsi non viene lesa, ma devono rimanere in piedi le limitazioni che questo comporta”.

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