Open day ai 18enni con Astrazeneca, ma i dati non erano corretti: l’inchiesta di Report fa tremare il Cts

È andata in onda nella serata di ieri la nuova inchiesta di Report dedicata alla somministrazione del vaccino Astrazeneca ai 18enni in Italia. Una decisione presa dal Cts, costretto però a tornare sui suoi passi dopo la morte di Camilla Canepa. 

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Era stato anticipato nei giorni scorso dal Fatto Quotidiano, e nella serata di ieri, è andata in onda sulla Rai la nuova inchiesta di Report, che questa volta si è occupata della “questione Astrazeneca” e della sua gestione da parte dell’Unione Europea e dell’Italia. I giornalisti della storica trasmissione d’inchiesta hanno infatti scoperto alcune leggerezze commesse dal Comitato Tecnico Scientifico in Italia. Il 7 Aprile del 2021, a seguito della sospensione del vaccino per gli effetti avversi riscontrati, si decise di consigliare il vaccino prodotto da Astrazeneca soltanto per coloro che avevano un’età superiore ai 60 anni. A maggio però, i vaccini di Pfizer e Moderna scarseggiavano, mentre i magazzini italiani erano invece pieni del siero prodotto dalla multinazionale di Cambridge. 

Il Cts autorizzò somministrazione Astrazeneca sulla base di dati che non riguardavano però quella fascia d’età

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E così il Cts decise di dare il suo assenso per la somministrazione di Astrazeneca ai 18enni. Una scelta giustificata inserendo nel verbale che sanciva l’autorizzazione, un report dell’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco che riferiva di una percentuale minima di eventi trombotici a seguito della somministrazione: nello specifico si parlava di 1,1 casi avversi riferiti al vaccino, su circa 100 mila vaccini, e otto morti legati alla sua somministrazione. Dati veri, ma che però si riferivano soltanto a una specifica fascia della popolazione, quella compresa tra i 50 e i 59 anni di età. 

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L’11 Giugno invece, verrà deciso che Astrazeneca non può essere somministrato agli under 60. Una scelta fatta però a seguito di una tragedia: la morte di Camilla Canepa una ragazza di 18 anni che risiedeva in Liguria. Una morte tragica, che, come hanno stabilito in questi giorni i magistrati, è stata ragionevolmente provocata dal vaccino, in quanto la ragazza non aveva malattie pregresse che potessero giustificare il suo malore.  

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