Quel giorno in cui il Ministro Giorgetti ha suggerito di truffare i nostri padri costituenti

Il parlamentarismo nasce per evitare che arrivino super presidenti non eletti che guidano il convoglio da fuori. 

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“Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori (dal Colle, ndr). Sarebbe un semipresidenzialismo de facto in cui il Presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole”. 

Bruno Vespa non smette mai di sorprenderci: queste frasi del Ministro Giorgetti arrivano da alcune anticipazioni del suo nuovo libro in uscita, Perché l’Italia amò Mussolini (e come è sopravvissuta alla dittatura del virus).

Le dichiarazioni “trafugate” sono di quelle forti. Quasi eretiche viene da dire. Giorgetti auspica per Draghi un ruolo inedito, un semipresidenzialismo in cui “baderebbe all’economia”, sostituendo una politica ormai appassita e debole. 

Non va troppo lontano dalla verità il deputato pentastellato Perantoni: non può che essere una battuta quella di Giorgetti,“altrimenti è eversione”. Le dichiarazioni del titolare del Mise inquietano. Tanto quanto la placidità con cui media e opinione pubblica ne stanno discutendo, senza sottolineare più di tanto quanto il ragionamento di Giorgetti sia di dubbia costituzionalità (volendo restare insensatamente cauti nel giudizio)

Si potrebbe anche affermare che Giorgetti ci sta in un qualche modo suggerendo di truffare i nostri padri costituenti, perché un semi presidenzialismo de facto, distrugge in essenza la base filosofica del nostro ordinamento.

Questa è una democrazia parlamentare, non presidenziale.

Riscriviamo la costituzione? Ok, ma fino a quel momento, qui non esiste il drago di turno che diventa SuperPresidente della penisola, si sceglie una sentinella come premier (Daniele Franco come suggeriscono alcuni adesso?), bada all’economia e lascia ai parlamentari il resto (che poi sarebbero le briciole e non serve aver letto Marx per capirlo). L’indirizzo politico spetta al Parlamento, al governo, e questa democrazia è nata proprio per evitare queste situazioni, che arrivassero gli uomini forti al comando a “dirigere il convoglio da fuori” (La frase a mio parere più squallida).

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Con questo non voglio dire che la nostra democrazia parlamentare sia un sistema migliore di altri. La democrazia è un metodo di governo che può assumere varie forme. La Francia è una repubblica semi presidenziale e non possiamo certo dire che sia un sistema peggiore del nostro, meno democratico. Ma in Francia il presidente della Repubblica viene eletto direttamente dal popolo e il motivo è semplice: in democrazia ogni forma di governo ha poteri e contropoteri che si bilanciano, equilibri sottili e ben congegnati affinché la sovranità appartenga comunque al popolo. Un discorso che sicuramente annoia Giorgetti, convinto che possiamo cambiare forma di governo senza che sia necessario ridiscutere il nostro ordinamento costituzionale. Possiamo, secondo il titolare del Mise, semplicemente farlo ,”approfittando di una politica debole”, senza dirlo apertamente al popolo.

Sul caso è intervenuto anche il noto giurista Michele Ainis, che di sicuro non può essere tacciato di estremismo in alcun senso. In questi anni ad esempio, Ainis non si è mai accodato alle feroci critiche fatte all’ex presidente Napolitano sul suo eccessivo interventismo che in molti ritenevano paracostituzionale. Così come non ha mai ritenuto lesiva del nostro diritto costituzionale, la scelta di Mattarella di bloccare la nomina di Savona. Ainis si è sempre mantenuto cauto in questi anni, e lo ha fatto anche nel commentare le parole di Giorgetti. Ancora prima di giudicare le dichiarazioni del Ministro, ci ha opportunamente ricordato che il rispetto della Costituzione in ultima analisi è demandato ai cittadini e agli attori politici. Mi spiego: se il governo varasse un decreto per fucilare chi si chiama Ainis, il Parlamento lo convertisse, la Consulta lo validasse e nessuno proponesse un referendum abrogativo, alla fine Ainis verrebbe fucilato anche se la Carta vieta la pena di morte”. Al tempo stesso però il costituzionalista non ha dubbi: il super presidente Draghi “è troppo anche per la nostra costituzione”.

Un modo più elegante per rimarcare quanto la proposta di Giorgetti sia indecente, quanto rinneghi nel profondo l’idea dei nostri padri costituenti. E il solo fatto che un politico ne possa parlare in questo modo, con questa leggerezza, con questo cinismo, come fosse una proposta tra le altre, dovrebbe preoccuparci. 

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È eccessivo parlare di eversione, il Ministro è libero di esprimere i suoi ragionamenti politici in questa forma. Ma se a Giorgetti questa costituzione non piace, lo dica chiaramente e proponga le sue modifiche. Sarebbe meno squallido di quel giorno che ha spiegato a Vespa che tutto sommato, va bene aggirare regole e principi, e crearci con un espediente il nostro super presidente fatto in casa. 

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