“Appunti per una propaganda antigrillina”, perchè la mail di Rondolino a Matteo Renzi ha indignato tutti

L’inchiesta pubblicata dal Fatto Quotidiano rivela come Fabrizio Rondolino, in quel momento consulente alla comunicazione di Renzi, avesse intenzione di dare vita a qualcosa che, nei fatti, sembra praticamente identico a quella “bestia salviniana” che Renzi per anni ha sempre criticato

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Qualcuno, forse eccessivamente, l’ha definito il Watergate renziano. Di sicuro, ci troviamo di fronte al periodo politico più difficile per Matteo Renzi che negli ultimi mesi è stato investito da alcuni scandali che ne hanno minato, mai come prima, l’immagine pubblica che si era costruito negli ultimi anni. Ha provato a spiegarsi, a difendersi, durante la trasmissione andata in onda nella giornata di venerdì 12 Novembre 2021 a Otto e Mezzo di Lilli Gruber. Al centro del dibattito, nato da alcune carte pubblicate dal Fatto Quotidiano nell’ambito dell’inchiesta Open, non poteva che esserci quella macchina propagandistica che a quanto pare il giornalista Fabrizio Rondolino, già portavoce di Massimo d’Alema in passato, ha proposto per mail al leader di Italia Viva. La questione infatti è molto seria, anche se Renzi ha quasi provato a minimizzare con la Gruber, spiegando che si trattava di una proposta che, in ogni caso, veniva da “un giornalista stimato” e conosciuto da tutti. Una difesa un po particolare e difatti, come ha provato a spiegare la Gruber, diventa difficile pensare che un giornalista stimato, e dunque osservante della rigida deontologia professionale che il mestiere richiede, possa cimentarsi in proposte simili. 

Ma qual è la proposta che, nello specifico, Fabrizio Rondolino fa a Renzi?

La proposta di Rondolino arriva nel Marzo 2017, il momento più difficile della carriera politica di Renzi

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La mail pubblicata dal Fatto Quotidiano è data Marzo 2017, un periodo che Renzi ricorda sicuramente molto bene in quanto sono i mesi che danno inizio al suo declino se non politico quantomeno elettorale( visto che nei fatti è ancora un vero e proprio dominus della nostra politica, in grado con il suo veto come abbiamo visto di fare e disfare un governo).

Rondolino propone a Renzi, in quel momento ancora dentro il Partito Democratico con il ruolo di segretario, una soluzione per recuperare terreno con gli elettori. Renzi, uscito sconfitto dal referendum elettorale, si è dimesso da premier da un mese. Resterà alla guida del Pd, ma ancora per poco: la debacle elettorale alle elezioni successive, lo porta infatti anche a dimettersi da segretario.  Nel momento in cui Rondolino gli scrive presentando la sua proposta, c’era dunque da ricostruire un’immagine pubblica e trovare il modo di non farsi schiacciare dall’ascesa dei 5 Stelle. per questo Rondolino propone la creazione di una redazione ad hoc il cui scopo è sostanzialmente quello di ricercare materiale compromettente che possa screditare i suoi avversari politici davanti all’opinione pubblica.

“Caro Matteo, eccoti un primo appunto sulla struttura di propaganda antigrillina che ho preparato con Simona in questi giorni. Siamo in contatto con Marco e Fabio per le ‘tubature‘ e gli altri aspetti pratici. Sarebbe utile vederci presto per approfondire e iniziare la Lunga Marcia…“

I toni, come si può leggere, sono forti. Si parla espressamente di una struttura di propaganda antigrillina, un’idea che va molto oltre i “bisogni” legittimi di un candidato politico che vuole utilizzare al meglio i media per potersi promuovere e farsi conoscere nel modo migliore dagli elettori. Si tratta piuttosto di una vera e propria guerra che secondo Rondolino è necessario intraprendere: “Il M5s ha costruito, o comunque gode di un ecosistema informativo pressoché perfetto: il Sacro Blog, la rete degli attivisti digitali, un quotidiano (il Fatto) e un network televisivo (La7). Ciò che scrive il Sacro Blog resterebbe confinato sui social network (e tutt’al più trattato come notizia fra le tante dai media tradizionali) se non diventasse l’ossatura della prima pagina del Fatto, che a sua volta determina la scaletta del Tg7 della sera e, a pioggia, quella dei talk show de La7 del giorno successivo. Noi non abbiamo un giornale (a meno di non ripensare radicalmente l’Unità) né un canale televisivo. Anzi: l’arrivo di Telese su La7 e della Berlinguer su Rai3 in prima serata chiude definitivamente ogni spazio informativo. Tutto l’approfondimento politico tv, con l’eccezione di Vespa (che non sarebbe comunque utilizzabile per questa operazione), è saldamente integrato nell’ecosistema grillino”.

Come combattere l’ecosistema grillino? Rondolino propone la creazione di una struttura e una redazione ad hoc

Ancora più inquietante poi, la struttura a cui il giornalista ha pensato per dare il via a questo piano da combattimento. Contenuti appositamente pensati per i social come post, meme, che possono essere scritti e prodotti da redattori e filmaker ad un costo relativamente basso. Ma questa è la parte più facile del sistema che si intende creare. C’è bisogno, scrive Rondolino nella mail di inchieste allusive e intrinsecamente diffamanti” e per realizzarle però, servono giornalisti di un certo spessore, e dunque affrontare costi più ingenti: “è “necessario creare una piccola, combattiva redazione ad hoc, che lavori esclusivamente sul progetto nella massima riservatezza: vanno individuati almeno 2 giornalisti d’inchiesta e un investigatore privato di provata fiducia e professionalità (a costo medio-alto)“. Rondolino parla poi della possibilità di coinvolgere due giornalisti “due giornalisti che professionalmente seguono il M5s e che non sempre possono pubblicare ciò che scoprono”.

Un’altro aspetto ancora più controverso della proposta di Rondolino riguarda la piattaforma che ospiterà questi contenuti. Il giornalista infatti specifica che questa non dovrà essere in alcun modo collegata a lui o al Pd: bisogna a suo parere costruire un sito che possa essere ospitato su un server esterno

Bene precisare che questa macchina di propaganda, nella mente del giornalista, non è rivolta soltanto o esclusivamente ai 5 Stelle, ma anche a quei giornalisti che dal sistema renziano vengono considerati dei veri e propri nemici, come Marco Travaglio. 

Renzi non risponde e finisce in un nulla di fatto, la mail però non viene rifiutata ma girata a Marco Carrai

Una missiva elettronica insomma, che fa ben comprendere perchè la questione, dopo la pubblicazione della mail da parte del Fatto Quotidiano, si sia immediatamente rivelata scottante. Negli anni infatti, Renzi si è più volte scagliato contro la propaganda altrui, dagli attacchi basati sul nulla di cui si è sempre sentito vittima, in senso politico, da parte di 5 Stelle e giornalisti. Così come per tanti anni ha sempre rimarcato la crudeltà della bestia salviniana, colpevole ai suoi occhi di essere una vera e propria macchina del fango. La stessa però che a conti gli proponeva Rondolino.

Renzi, sia chiaro, non ha dato il suo assenso a un’operazione del genere e non è per certi versi dunque corretto accusarlo di aver portato avanti ciò che, nei fatti, è un’idea incompiuta, rimasta nella testa di Rondolino. Al tempo stesso però il leader di Italia Viva non ha risposto, per quanto ne sappiamo e coma ha fatto notare la Gruber nel confronto televisivo, con un secco no al giornalista, magari spiegandogli quanto fosse squallida e immorale la sua proposta. La mail invece viene girata a Marco Carrai, che risponde nel giro di 24 ore: “Questo è il mio cemento armato su cui partire. avevo fatto una cosa molto più lunga e articolata ma mi rendo conto che basta l’essenziale”. Carrai non accenna mai alla proposta di Rondolino eppure, anche lui impegnato in una riflessione su quale comunicazione politica adottare da quel momento in poi, e scrive ad esempio proponendo la “realizzazione di siti civetta dove si copia il modello 5 stelle nel metodico sputtanamento dell’avversario”.

Rondolino prima del referendum, aveva più volte consigliato a Renzi di non scendere in campo

Ma davvero Renzi poteva essere disposto ad un’operazione del genere? La stessa di cui ha sempre incolpato i suoi avversari politici? L’inchiesta del Fatto permette in tal senso, di contestualizzare meglio il momento politico in cui l’ex premier si trovava. Tempo prima infatti, Rondolino lo aveva contattato per suggerirgli di fare un passo indietro. Quello era infatti il momento in cui Renzi era “sceso in campo” per il referendum. E lo aveva fatto contro il volere dei suoi stessi fedelissimi e consulenti, che più volte gli avevano invece consigliato di mantenere un profilo basso e non legare questa battaglia alla sopravvivenza del suo governo. Anche Rondolino gli lancia un appello in tal senso, ma è tutto inutile. Soltanto verso la fine della campagna elettorale a pochi giorni dal referendum, Renzi ammetterà, sempre ospite dalla Gruber oltretutto, di aver forse sbagliato a personalizzare troppa la sua battaglia, legando il suo successo o fallimento alla continuazione della sua esperienza di governo. D’altronde quello era il periodo in cui l’ex premier ripeteva di continuo all’opinione pubblica come in caso di sconfitta, le sue dimissioni sarebbero state più che scontate. 

La sconfitta per Renzi arriva ed è roboante proprio come avevano previsto Rondolino e tanti altri, Adesso sappiamo che quello fu realmente l’inizio del declino politico di Renzi che prima si dimette da premier per lasciare posto a Paolo Gentiloni alla guida del governo, e l’anno dopo sarà anche costretto a dimettersi da segretario del Pd. Alcuni mesi dopo, arriva la proposta di Rondolino: un nuovo piano da battaglia per resuscitare politicamente l’ex premier, il cui consenso era ormai ai minimi storici Di questa proposta sappiamo non se ne fece nulla, al tempo stesso non si può nemmeno ignorare come la scelta di Renzi sia stata quella di girare immediatamente la proposta a Carrai e fin qui nulla di male, non fosse che la risposta di Carrai, come si spiegava in precedenza, non è quella di chi ripudia simili idee e simili metodi. 

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E allora, da un lato non bisogna in alcun modo ridicolizzare la difesa di Renzi perché parliamo di una semplice proposta che non ha mai trovato realizzazione. Dall’altro però non si può nemmeno ignorare l’iter seguito da questa missiva, che viene inviata a Carrai che sembra rispondere in modo indiretto. 

Renzi non ha colpe dirette in questa vicenda, ma dovrebbe adesso riflettere sulla statura morale dei suoi consiglieri politici e sui criteri che utilizza per sceglierli. Perché dopo una proposta del genere, ci si aspetterebbe che Rondolino venga subito dopo messo alla porta causa manifesta immoralità. Non sembra essere andata così, ed è questo il vero punto politico su cui Renzi dovrebbe forse riflettere e fare mea culpa. 

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