Saremo, dopo questa vita, come gli angeli: vivremo quindi nella pace, nella lode, e nella contemplazione di Dio.

Liturgia di oggi Sabato 20 Novembre 2021
- SABATO DELLA XXXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO DISPARI)
Dice il Signore:
«Io ho progetti di pace e non di sventura.
Voi mi invocherete e io vi esaudirò:
vi radunerò da tutte le nazioni dove vi ho disperso». (Cf. Ger 29,11-12.14)
Prima Lettura
Per i mali che ho commesso a Gerusalemme, muoio nella più profonda tristezza.
Dal primo libro dei Maccabei
1Mac 6,1-13
In quei giorni, mentre il re Antioco percorreva le regioni settentrionali, sentì che c’era in Persia la città di Elimàide, famosa per ricchezza, argento e oro; che c’era un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d’oro, corazze e armi, lasciate là da Alessandro, figlio di Filippo, il re macèdone che aveva regnato per primo sui Greci.
Allora vi si recò e cercava di impadronirsi della città e di depredarla, ma non vi riuscì, perché il suo piano fu risaputo dagli abitanti della città, che si opposero a lui con le armi; egli fu messo in fuga e dovette ritirarsi con grande tristezza e tornare a Babilonia.
Venne poi un messaggero in Persia ad annunziargli che erano state sconfitte le truppe inviate contro Giuda. Lisia si era mosso con un esercito tra i più agguerriti, ma era stato messo in fuga dai nemici, i quali si erano rinforzati con armi e truppe e ingenti spoglie, tolte alle truppe che avevano sconfitto, e inoltre avevano demolito l’abominio da lui innalzato sull’altare a Gerusalemme, avevano cinto d’alte mura, come prima, il santuario e Bet-Sur, che era una sua città. Il re, sentendo queste notizie, rimase sbigottito e scosso terribilmente; si mise a letto e cadde ammalato per la tristezza, perché non era avvenuto secondo quanto aveva desiderato.
Rimase così molti giorni, perché si rinnovava in lui una forte depressione e credeva di morire. Chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Se ne va il sonno dai miei occhi e l’animo è oppresso dai dispiaceri. Ho detto in cuor mio: in quale tribolazione sono giunto, in quale terribile agitazione sono caduto, io che ero così fortunato e benvoluto sul mio trono!
Ora mi ricordo dei mali che ho commesso a Gerusalemme, portando via tutti gli arredi d’oro e d’argento che vi si trovavano e mandando a sopprimere gli abitanti di Giuda senza ragione. Riconosco che a causa di tali cose mi colpiscono questi mali; ed ecco, muoio nella più profonda tristezza in paese straniero».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale – Dal Sal 9
R. Esulterò, Signore, per la tua salvezza.
Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
annuncerò tutte le tue meraviglie.
Gioirò ed esulterò in te,
canterò inni al tuo nome, o Altissimo. R.
Mentre i miei nemici tornano indietro,
davanti a te inciampano e scompaiono.
il loro nome hai cancellato in eterno, per sempre. R.
Sono sprofondate le genti nella fossa che hanno scavato,
nella rete che hanno nascosto si è impigliato il loro piede.
Perché il misero non sarà mai dimenticato,
Il Vangelo di oggi Sabato 20 Novembre 2021
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 20,27-40
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”.
Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.
Parola del Signore.
Come gli angeli | Il commento al Vangelo di oggi Sabato 20 Novembre 2021
Credere in Dio e pensare che non ci sia risurrezione e vita dopo la morte è un grave errore di valutazione, ci fa capire Gesù. Infatti Dio è “Dio dei viventi”! Se esiste un Dio non può che voler condividere con noi la sua condizione di vita eterna.
Egli infatti non è geloso della sua esistenza imperitura, ma la dona alle sue creature. La vita dopo la morte però non sarà come quella di quaggiù, o come ce la possiamo immaginare. Saremo, dopo questa vita, come gli angeli: vivremo quindi nella pace, nella lode, e nella contemplazione di Dio.
Il commento al Vangelo di ieri:
Non ci sarà più bisogno di nulla, ma saremo in una condizione così lontana da quella consueta, che possiamo solo immaginarla, per ora. Questo passaggio di fede, però, è fondamentale per avere un approccio giusto davanti a Dio e al mondo spirituale: quale senso o giustizia ci sarebbe se la vita si limitasse ad essere la “valle di lacrime” che, se non per tutti in senso stretto, lo è per molti esseri umani, provati dalle tante avversità?
La risurrezione ci pone in una visione di uguaglianza e in un certo senso di umiltà, smascherando i nostri comportamenti attuali che ci fanno chiedere: ma io merito veramente una vita, una gioia eterna? E ancora: chi è che merita veramente questo? I “primi” o gli “ultimi” del mondo? Non è mai tardi però per accogliere questo dono: basta ascoltare Gesù, evitare quello che la nostra coscienza ci rimprovera continuamente e aprirsi al dono di sé, in un cammino lungo una vita, ma mai troppo faticoso, perché avrà in dono un giorno una vita di gioia eterna.