Nada Cella, continua il giallo del motorino mai sequestrato

Nada Cella, continua il giallo sul caso del motorino mai sequestrato o ispezionato ad Annalucia Cecere, indagata per l’omicidio.

Continua il mistero del motorino mai sequestrato nel caso di Nada Cella: prima non è stato sequestrato dai Carabinieri, che pure avevano in mano elementi utili e autorizzazioni a procedere. Poi non è stato ispezionato dalla Polizia, perché ormai la proprietaria del mezzo, già indagata, era stata archiviata nelle precedenti settimane. Così quel motorino Piaggio non è stato mai controllato da alcun investigatore per 25 anni.

Nada Cella, giallo sul motorino: trovate tracce compatibili con il sangue sotto la sella

Diverse settimane fa, però, la Squadra Mobile ha prelevato il motorino dalla casa di Annalucia Cecere, la 53enne oggi accusata di omicidio per la morte di Nada Cella. Mentre si attendono i risultati dell’esame eseguito dalla Polizia Scientifica che hanno evidenziato tracce compatibili con il sangue sotto la sella, gli inquirenti stanno anche cercando di capire perché quello scooter all’epoca non fu mai perquisito. Nelle scorse settimane la pm Gabriella Dotto ha sentito Pasquale Zazzaro, all’epoca dei fatti al commissariato di Chiavari, e Giuseppe Gonan, nel 1996 capo della squadra omicidi di Genova.

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Nelle settimane successive al delitto della segretaria nello studio del commercialista Marco Soracco, una testimone che pretende l’anonimato – oggi ha un nome grazie alla criminologa Antonella Pesce Delfino – racconta della conoscenza fra Soracco e Cecere, e delle «mire matrimoniali» di lei nei suoi confronti. È una vicina di casa della stessa Cecere, la quale dice di averla notata uscire prima del solito il giorno del delitto. E aggiunge di averla vista a bordo del suo ciclomotore intorno alle 8 del mattino, un’ora circa prima della morte di Nada.

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I Carabinieri sono autorizzati dalla Procura a svolgere la perquisizione non soltanto della casa, ma anche degli “ automezzi” della Cecere. Agli atti, però, risulta soltanto la perquisizione dell’abitazione, dove vengono trovati i cinque bottoni così simili a quello rinvenuto sulla scena del delitto. Tre mesi dopo l’omicidio vi fu l’ormai famosa telefonata della testimone misteriosa all’avvocato Gianluigi Cella, la quale spiega di aver visto una tale Anna, residente in corso Dante, «sporca che metteva tutto nel motorino» e partiva da via Marsala sconvolta proprio all’ora del delitto.

A questo punto la Polizia, che evidentemente non aveva a disposizione gli atti dei Carabinieri, fa una ricerca in motorizzazione e scopre che ci sono soltanto due “Anna” che possiedono un motorino in corso Dante. E una è Annalucia Cecere, di cui la Squadra Mobile sa soltanto che è stata indagata dai militari dell’Arma. Gli agenti della Squadra Mobile non possono più fare nulla però, in quanto la Cecere è stata ormai prosciolta da ogni accusa nei primi giorni di giugno.

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