Eitan, il Tribunale del Riesame conferma l’ordinanza di arresto del nonno

È stato respinto, dal Tribunale del Riesame di Milano, il ricorso della difesa di Shmuel Peleg, nonno materno di Eitan, il bimbo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, contro l’ordinanza d’arresto emessa dal gip di Pavia a carico del 58enne accusato del sequestro. Il nonno, l’11 settembre scorso, ha portato il nipote con sé a Tel Aviv. L’ordinanza ha dato origine a un mandato d’arresto internazionale, allo stato non eseguito.

I giudici (Gerli-Alonge-Cucciniello) hanno depositato poco fa il dispositivo con cui confermano il provvedimento del gip di Pavia Pasquale Villani e respingono il ricorso della difesa. Le motivazioni della decisione saranno depositate nei prossimi giorni. La difesa di Peleg, col legale Paolo Sevesi, per ora preferisce non commentare e si riserva di farlo dopo che avrà letto le motivazioni e potrà valutare anche se fare ricorso in Cassazione. I legali, nell’udienza di 5 giorni fa davanti al Riesame, avevano contestato le accuse di sequestro di persona e sottrazione e trattenimento di minore all’estero e in particolare la qualificazione giuridica dei fatti. Fatti che in sé sono chiari, ovvero il trasferimento del bimbo in Israele, ma per la difesa, però, non si sarebbe trattato di un sequestro perché non ci fu costrizione sul bimbo. L’ordinanza del gip riguarda anche Gabriel Alon Abutbul, “soldato di ventura” dell’agenzia di contractor statunitense BlackWater, che avrebbe aiutato Peleg a portare il piccolo a Tel Aviv.

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Sul fronte civile, intanto, i legali dei nonni materni hanno avanzato una serie di istanze in due udienze ai giudici di Pavia ponendo, tra le altre cose, la questione di un conflitto d’interessi di Aya Biran, zia paterna, tra i suoi ruoli di tutore e di richiedente l’adozione. Mentre per l’1 dicembre gli avvocati dei due rami familiari dovranno depositare memorie di fronte al Tribunale per i minorenni di Milano, davanti al quale pende il reclamo dei nonni contro la nomina della zia come tutrice. Nel frattempo, il bimbo è ancora in Israele con la zia, dopo due decisioni favorevoli da parte dei giudici israeliani, e i legali israeliani dei nonni hanno presentato ricorso alla Corte Suprema. La Procura generale di Milano ha chiesto l’estradizione dei due indagati, trasmettendo gli atti al Ministero delle Giustizia e si è aperta la fase del dialogo tra le autorità dei due Paesi (l’ordinanza al momento non risulta eseguita).

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