Manager arrestato, Gip: “‘Ndranghetista intimidì una vittima”

Nuova ordinanza per il manager arrestato, Antonio Di Fazio: il Gip ritiene che abbia legami con la ‘ndrangheta.

Quando una delle vittime dell’imprenditore Antonio Di Fazio si presentò il 24 maggio in Procura a Milano per deporre, pochi giorni dopo l’arresto del 50enne accusato di aver stordito con benzodiazepine una studentessa e averla violentata, un suo amico “pluripregiudicato” e vicino alla criminalità organizzata ‘ndranghetista si sarebbe appostato fuori dal Palagiustizia per seguirla “con lo sguardo con fare minaccioso, incutendo timore”.

Di Fazio, manager accusato di aver narcotizzato e violentato le sue vittime: nuova ordinanza dal Gip

Il gip Chiara Valori ha emesso una nuova ordinanza, spiegando che una delle vittime dell’imprenditore, tutte stordite con sostanze narcotizzanti e poi abusate, ha raccontato di aver visto “una volta all’interno degli uffici di Global Farma”, l’impresa del manager, “tale Nicola”. Lo ha descritto come “calabrese pericoloso e amico del Di Fazio” spiegando che aveva lasciato “una borsa contenente un telefono e una pistola” e aveva detto: “La borsa resta qua perché devo andare ai piani alti a parlare e non voglio essere intercettato“.

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Sempre la donna, che sarebbe stata violentata più volte dopo che il 50enne aveva messo benzodiazepine “in bevande e integratori” e anche alla presenza del “figlio minore”, ha messo a verbale di aver notato la presenza dello stesso uomo, poi identificato “in Nicola La Valle” il 24 maggio fuori dal Palazzo di Giustizia di Milano, mentre lei si apprestava ad andare a parlare coi pm. Lo stesso avrebbe anche avvicinato la sorella della vittima. “Numerosi sono risultati i suoi contatti almeno telefonici con il Di Fazio e la sua presenza presso gli uffici della Global Farma”, scrive il Gip.

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Anche un’altra delle donne, “drogata e abusata per giorni”, il cui caso assieme agli altri è riportato nell’ordinanza, ha raccontato agli inquirenti che un altro conoscente di Di Fazio l’avrebbe “contattata” proprio il giorno dopo la “cattura dell’indagato”, il 21 maggio. E ha cercato di “convincerla a non sporgere denuncia”. Da qui il pericolo di inquinamento delle prove perché, spiega il gip, si avvicina “la data prevista per la deposizione testimoniale di quattro delle persone offese in incidente probatorio”, il 17 dicembre. Di Fazio “può disporre di terzi per cercare di incutere timore” nelle vittime.

La “serialità delle condotte” dell’imprenditore Antonio Di Fazio è “costante almeno a partire dal 2008”, anno in cui l’uomo avrebbe iniziato a violentare, sempre dopo averla narcotizzata, sua moglie. Lo scrive il gip di Milano Chiara Valori nella nuova ordinanza a carico del 50enne, chiarendo anche che il suo comportamento è diventato “sempre più spregiudicato, pervasivo e violento“.

Nelle indagini è stata accertata da parte di Di Fazio la “ripetuta e frequente ricerca di immagini sul web riferite a ‘ragazze addormentate/narcotizzate con il cloroformio’ sin dal 2016” e una “ricerca di esperienze dal vivo analoghe a quelle viste in Rete”. Il giudice formula nel provvedimento “una prognosi negativa per il futuro anche perché, allo stato, Di Fazio non pare aver mostrato alcun segnale di presa di consapevolezza della gravità delle proprie condotte“. Si parla negli atti di “utilizzo smodato di benzodiazepine, somministrate in modo occulto alle persone offese in quantitativi sempre maggiori”. Le vittime hanno parlato a verbale, di “effetti pesantissimi sulle loro condizioni fisiche” a causa di un “dosaggio” ritenuto “abnorme”. C’è anche il pericolo che l’uomo fugga dati gli “accertati legami con la Repubblica di San Marino presso cui lavora la sorella”, che potrebbe costituire per lui “un rifugio”.

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