L’82% dei giovani è a rischio dipendenza da smartphone. Ecco i dati

Dal sexting al revenge porn, dalla dipendenza da smartphone al gioco d’azzardo online, questi  sono i temi del report presentato il 30 novembre

Eures Ricerche Economiche e Sociali, in collaborazione con la Regione Lazio e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha presentato i dati sulla dipendenza da smartphone. Dal sexting al revenge porn, dalla dipendenza da smartphone al gioco d’azzardo online, questi  sono i temi del report presentato il 30 novembre. La situazione è molto seria: l’82% dei giovani intervistati è a rischio dipendenza da smartphone. Lo studio è stato realizzato su un campione di 1.800 studenti.  Gli stessi giovani si rendono conto che la dipendenza da smartphone è un problema per la loro generazione (85%) se non una vera e propria emergenza (43,9%) se si pensa che il 21,6% degli intervistati ci trascorre oltre 8 ore al giorno. Nel report, che è diventato poi un libro, sono raccolte testimonianze brevi da parte dei giovani su esperienze di gioco online, sexting, revenge porn e in generale sul vissuto di dipendenza dal cellulare.

Quali sono le cause prinicipali di questa dipendenza da smartphone?.
In primis per combattere la noia (46,9%), poi per essere accettati dagli altri (22,5%) o per la semplice incapacità di farne a meno (18,2%).  Il tempo trascorso su questi dispositivi è dedicato ai social, Instagram e YouTube in testa, con un tempo medio stimato tra le 2 e le 4 ore, lo stesso tempo è dedicato alle chat con gli amici mentre le chat con il/la partner occupano 71 minuti del loro tempo. Alla musica si dedicano 113 minuti al giorno e solo 98 ai compiti per la scuola. Ancora, 66 minuti sono dedicati all’informazione e 63 al gioco online. Telefonare prende, in media, 62,9 minuti. L”utilizzo dello smartphone occupa la maggior parte della giornata della “generazione Z”, quella dei nati dalla fine degli anni Novanta alla fine degli anni Duemila ma anche di quella della “generazione Alpha”, ovvero chi oggi ha non più di 10-11 anni. Hanno ricevuto il loro primo smartphone prima di concludere le scuole elementari, o al massimo prima di cominciare le medie. E infatti secondo l’Eures il 68% di giovanissimi possiede un telefonino già prima di questa età.

Date queste percentuali, non stupisce che secondo l’indagine Eures l’82% degli intervistati sia a rischio dipendenza da smartphone. Quasi un quarto (22%) viene collocato nell’area critica di “alert addiction”, cioè in una fascia di elevato rischio in cui si  manifestano rapporti patologici, con sintomi quali la nomofobia (“no mobile phone phobia”, la paura di restare disconnessi), ansia e IAD (“internet addiction disorder”, disturbo da dipendenza da internet). Il 60% si colloca nella fascia media del “rischio di dipendenza”, dove lo smartphone occupa un ruolo dominante “in diversi spazi e luoghi del vivere quotidiano”.

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I dati che emergono ci parlano di un 64,5% dei giovani  che pratica sexting, ovvero lo scambio di messaggi e immagini a sfondo erotico tramite le chat di WhatsApp, Instagram, TikTok o Facebook. Il 19,7% afferma di aver inviato o scambiato le proprie foto o video intimi “per assecondare una richiesta a cui non è riuscito a sottrarsi”. Questa pratica è considerata “molto o abbastanza” diffusa per il 36,9% del campione, con il 9,7% nella fascia dai 14 ai 15 anni che afferma di aver postato o condiviso volontariamente immagini o video intimi o sessualmente espliciti tramite lo smartphone negli ultimi 3 anni. Questo modo di comunicare non piace affatto alle ragazze: il 44,1% dà una valutazione negativa, contro il 18,1% dei maschi. Un dato da predere molto seriamente è  il coinvolgimento degli intervistati nel revenge porn, ovvero la vendetta di un partner che diffonde online immagini intime o video dell’ex: l’8,1% dichiara di averlo praticato o subito, l’8% di aver trovato proprie immagini intime pubblicate in rete contro la propria volontà.

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Delle 600 storie riportate in forma totalmente anonima dai ricercatori, alcune ci danno la dimensione del fenomeno, soprattutto quando si parla di revenge porn. Una ragazza che ha partecipato all’indagine riferisce di una sua amica “che ora purtroppo non c’è più”. Il motivo? Si è suicidata. “Il suo ex l’aveva minacciata che se si fosse rifidanzata avrebbe diffuso le sue foto intime e così è stato, ha aperto un profilo Instagram mettendoci tutti gli scatti che le aveva fatto a letto o sotto la doccia, tutti i ragazzi della scuola le hanno viste. La madre non ha fatto in tempo ad andare a denunciare che lei si è buttata dal balcone”.

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