Mentre i dem spingono per un Mattarella-Bis, la candidatura di Berlusconi al Quirinale è sempre più concreta

Le elezioni per il Presidente della Repubblica si avvicinano, ma la sinistra non sembra aver ancora trovato un nome forte da contrapporre alla coalizione di centrodestra. Resta sul tavolo per i dem l’ipotesi di un Mattarella Bis, seppur l’attuale inquilino del Colle ha già dichiarato di non essere disposto a rinnovare il suo mandato. A queste condizioni inoltre, Berlusconi acquista forza e sembra diventare il principale candidato della destra. 

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Il dilagare dei contagi dovuti ad Omicron sembra aver convinto molti della necessità di mantenere Draghi alla guida dell’esecutivo, mettendo così un freno politico alla sua candidatura al Quirinale. Ma su quale altro nome per il Colle la maggioranza di governo potrebbe trovarsi d’accordo? Fonti interne ai partiti sostengono come negli ultimi giorni, l’ipotesi di un Mattarella Bis sia diventata molto più concreta a sinistra. E per sostenerla si starebbe formando un asse tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico. Non fosse però che Mattarella sull’argomento sembra restare irremovibile: non è sua intenzione accettare di proseguire il suo incarico al Colle. Draghi per il momento resta in silenzio, e l’AGI ha raccolto alcune fonti parlamentari che raccontano di come nella giornata di lunedì, parlerà in conferenza stampa per spiegare le nuove misure restrittive intraprese dal suo governo con l’ultimo decreto. A tenere banco sarà naturalmente l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50. Nessun riferimento sarà invece fatto dal premier riguardo la corsa al Colle. La candidatura di Berlusconi al Quirinale resta per il momento quella su cui Forza Italia non transige, chiedendo alla coalizione di centrodestra di sostenerla in modo incondizionato. Salvini continua a non sbilanciarsi in merito, ma un nome alternativo la Lega non sembra averlo trovato. E non è l’unico aut aut posto da Forza Italia in questi giorni. 

Fonti all’interno del partito del Cavaliere fanno sapere che nel caso in cui Draghi lasciasse la guida di Palazzo Chigi, l’unica alternativa possibile a quel punto sarebbero le elezioni anticipate. Un’ipotesi che sembra terrorizzare la sinistra e il Movimento 5 Stelle, che non accetterebbero nemmeno un nuovo esecutivo di unità nazionale che mandi la Lega all’opposizione. Il timore infatti in quel caso, è che si fornirebbe alla destra l’assist perfetto per continuare a raccogliere consenso in vista delle elezioni. 

Anche per Matteo Renzi l’idea di elezioni anticipate non è da prendere in considerazione. Il leader di Italia Viva accusa apertamente Letta di voler portare avanti questa soluzione insieme alla Meloni e Salvini. La posizione del segretario dem a riguardo resta ambigua, anche se il Partito Democratico in queste settimane non ha mai manifestato alcun tipo di entusiasmo per una dissoluzione anticipata della legislatura. 

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Sembrerebbe poi, da quanto racconta il Tempo tramite il vicedirettore Francesco Storace, che Letta abbia imposto ai grillini un vero e proprio diktat: nel caso in cui la candidatura di Berlusconi diventasse realtà il giorno delle votazioni, il segretario dem avrebbe chiesto ai pentastellati di restare fuori dall’aula. Non si fiderebbe infatti del voto segreto e di che tipo di posizione potrebbero prendere gli esponenti 5 Stelle nel segreto delle urne. Una richiesta che non può però che destare qualche perplessità, considerato come alle scorse elezioni, i franchi tiratori venissero dal Pd. Non si capisce dunque perché i pentastellati in quel caso, non dovrebbero nutrire gli stessi sospetti verso i dem, e chiedere piuttosto che siano loro a lasciare l’aula in quel caso per evitare sorprese durante il voto.

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