Obbligo over 50, i dubbi del Cts e la decisione del Ministero della Salute sulle isole minori

Il Comitato Tecnico Scientifico non è stato consultato da Draghi riguardo la decisione di introdurre l’obbligo vaccinale over 50 per i cittadini, e aveva espresso più di un dubbio in merito. 

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La comunità scientifica in Italia, sta forse per la prima volta prendendo le distanze dalle scelte politiche per contrastare l’avanzata di Omicron. I dubbi espressi dal Comitato Tecnico Scientifico riguardano in particolar modo la decisione del governo di introdurre l’obbligo di vaccinazione per tutti i cittadini che hanno compiuto il cinquantesimo anno di età. Una misura che fin dall’inizio ha fatto discutere per la sua incostituzionalità, e che è stata oltretutto peggiorata rispetto alla prima bozza del governo. In questa infatti, non venivano previste sanzioni per i cittadini che decidevano di disertare l’obbligo, mentre nei giorni successivi l’esecutivo guidato da Draghi ha invece optato per una multa pari a 100 euro per tutti coloro coinvolti dall’obbligo che decidono di rifiutare la vaccinazione. L’indiscrezione è stata raccolta dall’Agi, e racconta di come diversi esponenti del Cts abbiano manifestato più di una perplessità riguardo l’introduzione dell’obbligo vaccinale. Anche perché, sembra che stavolta il Cts non sia stato direttamente consultato dal governo nel prendere una decisione di sanità pubblica così estrema. Sulla questione è stato anche interrogata dall’agenzia di stampa italiana Consuelo Locati, un avvocato che si sta occupando di una causa civile portata avanti da circa 500 familiari di persone vittime del Covid-19 contro lo Stato. Il giudizio della donna è netto e inequivocabile: “Dopo due anni di restrizioni la pandemia viene ancora gestita dalle istituzioni in maniera improvvisa, caotica e creativa. Dopo le prime ondate, sono stati creati pochissimi nuovi posti letto in terapia intensiva come dimostrano gli accessi agli atti che abbiamo effettuato in queste settimane chiedendo i dati a varie Regioni”. 

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Preoccupano poi alcuni vulnus legislativi che erano già stati introdotti in precedenza dal governo è che adesso presentano un conto molto crudele. Con il decreto varato nei giorni di Natale, si ha come diretta conseguenza l’impossibilità da parte di chi abita nelle isole minori italiane, come ad esempio Lipari, di poter lasciare il luogo senza vaccino. Si, perchè con le nuove misure introdotte sui trasporti e nello specifico sui traghetti, l’esecutivo concede di poter salire su questi mezzi soltanto a coloro che sono in possesso del super green pass. Una discrminazione abnorme e crudele di cui il Ministero della Salute sembra aver preso atto solo in modo superficiale. La soluzione proposta, è destinata a far discutere ulteriormente e inasprire la polemica. La nuova ordinanza varata dal Ministro Speranza spiega infatti come “per i soli motivi di salute e di studio, l’accesso ai mezzi pubblici per lo spostamento da e per isole minori è possibile con il Green Pass base e non con il Green Pass rafforzato fino al 10/2. Si differiscono così di un mese gli obblighi in vigore dal 10/1”. 

Una disposizione forse pensata ad hoc contro il caso diventato famoso in Sicilia di una donna malata di tumore a cui, a causa di queste nuove norme, è stato nei fatti impedito di potersi recare a Messina per una visita medica specialistica. Si tratta però di un semplice differimento di un mese che non risolve nulla e che prosegue in una politica discriminatoria di cui non si coglie minimamente il senso. Per quale motivo sanitario in questo momento un non vaccinato non ha il diritto di lasciare il luogo in cui vive? Perchè si concede questo differimento per soli motivi di salute? Non è ancora chiaro oltretutto, se il Ministero della Salute coinvolga anche la Sicilia e la Sardegna in questa nuova disposizione. 

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Anche secondo l’ex consulente dell’Ema ed immunologo Guido Rasi, la decisione del governo di introdurre l’obbligo per gli over 50 arriva troppo tardi e si rivelerà inefficace nella lotta al virus. Lo scienziato, in un’intervista rilasciata alla Stampa, spiega infatti come sia una decisione insensata in primo luogo per la tempistica scelta: “Per questo è tardi. L’obbligo nasce per Delta, che tuttora occupa l’80 per cento delle terapie intensive con persone che avrebbero dovuto vaccinarsi”. In ogni caso Rasi è comunque d’accordo sul fatto che le sanzioni introdotte per chi sceglie di dissertare l’obbligo sono basse, anche se precisa come  con il Super Green Pass sul lavoro si perde lo stipendio e che ci sono già tanti controlli. L’importante è che si continui con il rigore

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