Kazakistan e Bitcoin: il giallo della rivolta connessa con le crypto

Continuiamo il nostro viaggio nelle criptovalute andando in Kazakistan, dove il caos in atto ha profonde connessioni con il Bitcoin.

Cerchiamo di ricapitolare in modo chiaro quello che sta succedendo. Innanzitutto ci sono due grandi eventi legati ai Bitcoin e che sono accaduti nell’ultimo periodo. Il primo è un vero e proprio crollo del valore della valuta virtuale. Il Bitcoin infatti nell’ultimo periodo ha perso davvero tanto del suo valore. La cosa curiosa è che ciò è accaduto proprio in un momento in cui tanti assicuravano che il Bitcoin fosse la miglior strategia di difesa contro l’inflazione. Ma un altro evento che ha scosso il mondo della regina delle valute virtuali è una diminuzione di ben il 14% nell’intensità con la quale vengono estratti i Bitcoin. Infatti i Bitcoin vengono generati da potentissimi computer attraverso operazioni che richiedono una potenza di calcolo immensa ed un dispendio energetico che fa storcere il naso a molti.

Due eventi scuotono il Bitcoin

Dunque il Bitcoin crolla di valore e l’estrazione di Bitcoin diminuisce in modo severo. Ma cosa ha determinato questi due eventi che hanno scosso la criptovaluta? La spiegazione ufficiale è che il crollo della criptovaluta sia dovuto alle politiche più restrittive da parte della Federal Reserve. La banca centrale americana da anni ormai adotta politiche accomodanti vale a dire tiene i tassi di interesse bassissimi. Con lo scoppio della pandemia di Covid, poi, i tassi di interesse sono letteralmente crollati a zero e questo ha favorito la borsa ma anche le criptovalute. Ultimamente però la banca centrale americana, spaventata dalla forte inflazione ha detto che avrebbe assunto un comportamento più da falco. Questo ha innervosito le borse e probabilmente anche fatto crollare i Bitcoin.

Ma per quanto riguarda l’altro evento, vale a dire la forte diminuzione della potenza di calcolo impiegata dai cosiddetti i minatori di Bitcoin: in questo caso probabilmente la colpa è proprio del Kazakistan. Il prezzo del carburante in Kazakistan è fortemente aumentato a causa di una liberalizzazione selvaggia voluta da Kassym-Jomart Tokayev, un presidente autoritario contro cui ormai si sta scatenando una vera rivolta. Ma cosa c’entra il Kazakistan con i Bitcoin e perché una rivolta in Kazakistan può far crollare il mining di questa criptovaluta? La risposta è un po’ paradossale, ma il Kazakistan è il secondo paese al mondo per la generazione dei Bitcoin. Quindi se in Kazakistan le cose vanno storte, effettivamente l’estrazione di Bitcoin può subire una battuta d’arresto. Ma perché il caos in Kazakistan ha reso la vita difficile ai minatori del Bitcoin?

Il Kazakistan ha perso un’opportunità

È presto detto: il governo kazako per ritorsione contro le violente proteste aveva letteralmente bloccato Internet in tutto il suo paese e di conseguenza per i minatori estrarre la preziosa criptovaluta era diventato molto più difficile. Ma il caos in Kazakistan può aver contribuito al crollo del Bitcoin? Probabilmente no. Molti hanno sostenuto questa tesi, ma appare poco verosimile. Come detto probabilmente le politiche Fed ed una sopravvalutazione della valuta hanno generato il crollo. Ma il Kazakistan con questa mossa ha perso una bella opportunità. Infatti il paese era diventato una specie di patria dei minatori, ma da oggi probabilmente molti di essi migreranno verso altri lidi.

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I minatori di Bitcoin amano l’energia a basso costo e la stabilità politica.

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Dunque adesso molti prevedono che veleggeranno verso altre realtà più accoglienti e che in breve l’attività di mining tornerà a volumi normali.

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