Per Confesercenti la ripresa non c’è. Influiscono Omicron e caro bollette

Appello al premier Draghi: necessario un provvedimento per tagliare i costi dell’energia e andare avanti con la campagna vaccinale

Confesercenti commenta preoccupata gli ultimi dati diffusi da Istat su commercio e consumi. “La risalita dei contagi, insieme all’impennata dei beni energetici, sembrano mostrare i primi effetti sulle vendite. La frenata (-0,6% in volume) rispetto ad ottobre va monitorata, per rendersi conto se sia un dato occasionale o registri le prime conseguenze negative sia del riacutizzarsi della pandemia che del rialzo dell’inflazione che peserebbero sui comportamenti di spesa dei consumatori” si legge in un comunicato diffuso da Confesercenti. Anche i dati su novembre sono preoccupanti. Per l’associazione del commercio, i dati sembrano positivi perché si riferiscono allo stesso mese del 2020, ma manca quel recupero sperato per il 2021 soprattutto per i settori non-alimentari.

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L’incertezza torna a pesare su famiglie ed imprese. Alcuni comparti, inoltre, iniziano a risentire degli effetti legati sia alle nuove progressive restrizioni – è il caso dei pubblici esercizi e parzialmente della ricettività turistica – che al riemergere di comportamenti che hanno già quasi riportato ai livelli di marzo 2020 il numero di lavoratori in smart working” scrivono dall’associazione.

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Per Confesercenti è quindi necessario “accelerare, dunque, da un lato con nuovi interventi a favore del ‘taglia-bollette’ – bene il premier Draghi che ha sottolineato come il Governo stia pensando di mettere in campo nuove risorse per contenere i rincari di gas ed energia oltre a quelle già stanziate nella Legge di bilancio – dall’altro con la campagna di vaccinazione, per scongiurare nuove limitazioni delle attività che avrebbero una ricaduta economica pesantissima sul 2022 in termini di perdita di Pil, pensando comunque a sostegni per i settori che già avvertono l’impatto negativo” conclude la nota.

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