Quirinale, Renzi boccia Berlusconi: “Sì al Patto per la legislatura di Letta”

Renzi dice che il Cavaliere non ha i numeri e corteggia il Pd su un nome condiviso, così come Calenda. Per il Colle rimane il nome di Draghi

Manca poco all’assemblea del Parlamento che deciderà chi sarà il prossimo Capo della Stato. La convocazione inviata dal presidente della Camera Roberto Fico ai delegati è per lunedì 24 gennaio alle ore 15 e sarà decisiva per capire non solo chi sarà successore di Sergio Mattarella, ma anche le sorti dell’attuale legislatura e le alleanze in vista delle elezioni politiche.

Da settimane non si fa che parlare della candidatura di Silvio Berlusconi ma per Matteo Renzinon ha alcuna chance di fare il presidente della Repubblica“. E’ quanto dichiarato dal leader di Italia Viva durante una intervista al Corriere della Sera, una affermazione che da un lato complica non di poco la strada del Cavaliere verso il Colle e che dall’altro apre prospettive di un ritorno di fiamma tra IV e centrosinistra.

I voti di Italia Viva potrebbe essere decisivi per l’elezione del Presidente della Repubblica e Renzi, che questo lo sa bene, vuole giocarsi alla meglio le carte per tornare a contare nella politica nazionale. L’ex-Presidente del Consiglio infatti ha avuto parole di elogio per Enrico Letta e per la proposta di lanciare un nuovo “Patto per la legislatura” che porti una figura autorevole e condivisa alla successione di Mattarella.

LEGGI ANCHE: Per Salvini la candidatura di Berlusconi va confermata prima dell’inizio delle votazioni

Il centrodestra sbaglia. Silvio Berlusconi è un vicolo cieco, non è una figura istituzionale su cui ci sarà unità” afferma Renzi. Per lui la possibilità di votare il Cavaliere “è assurda” e apostrofa i suoi sostenitori come “gente che ne asseconda i sogni. Che i numeri non ci siano è una constatazione dello stesso centrodestra”. Il problema non è la preclusione verso un candidato che arrivi dalla quella realtà politica, dice Renzi. “Non c’è scritto da nessuna parte che il capo dello Stato non debba venire dal mondo della destra. Se non è mai accaduto, è perché la destra non ha mai vinto le elezioni nell’anno del Quirinale: causalità, non precetto costituzionale. Il punto non è la provenienza ma la capacità di rappresentare l’unità della nazione. Che venga da destra o da sinistra, dal nord o dal sud, ateo o credente, politico o espressione del mondo accademico e della società civile, poco importa: l’importante è che sia all’altezza della sfida. E che sia credibile per gli italiani e nel mondo”.

LEGGI ANCHE: Il centrodestra annuncia la candidatura di Berlusconi al Quirinale, 5 Stelle: “Irricevibile e improponibile”

Vittorio Sgarbi ha annunciato il fallimento della cosiddetta “operazione scoiattolo” che mirava a convincere i delegati a votare Silvio Berlusconi

Per Renzi dunque l’unico nome possibile al momento è quello di Mario Draghi. “O va Draghi al Colle, ed è un film che ha una logica, e allora c’è il patto di legislatura” ha dichiarato ieri al Tg3, ma far cadere la Presidenza del Consiglio potrebbe volere dire il ritorno al voto, una ipotesi piuttosto improbabile soprattutto per il ruolo che il premier svolge nello sviluppo del PNRR e nella gestione della pandemia. “Ma se Draghi rimane a Chigi, bisogna trovare un candidato credibile. Il nostro è un appello alla ragionevolezza. Trovo serie le cose dette da Enrico Letta, penso sia stato saggio” afferma. Questa quindi l’idea di Renzi: chiudere il patto con il PD per votare insieme un candidato condiviso, una “cortesia” che gli permettere di tornare nel centrosinistra.

LEGGI ANCHE: Ritratto di Roberta Metsola, che ha preso il posto di Sassoli

L’isolamento politico e il rischio di non raggiungere il quorum per entrare in Parlamento nella prossima legislatura sono una preoccupazione condivisa anche dall’ex-arcinemico di Renzi: Carlo Calenda. Il leader di Azione ha rilasciato una dichiarazione molto simile e corteggiato Letta sul PdR: “Mi fa piacere che sia Letta sia Renzi dicano che serve un patto di legislatura. Salvini aveva detto che avrebbe chiamato tutti i leader a un tavolo, ma questo non è avvenuto per quella mucca che c’è in mezzo alla stanza e che è Berlusconi. Bisogna levare questo elefante dalla stanza e non credo che né Salvini né Meloni abbiano oggi la forza di farlo” dice l’ex-ministro dello Sviluppo economico .

LEGGI ANCHE: Presidi in allarme: “Il 50 per cento degli studenti è in dad”

Questa votazione sarà un grande banco di prova e può essere fondamentale non solo per l’elezione del Quirinale ma per il futuro del centrosinistra, che ha l’occasione di ricompattarsi per affrontare la compagine del centrodestra data per vincente da tutti i sondaggi nelle prossime politiche. A questo punto si attende di capire quale sarà la mossa del M5S, nel quale la figura di Giuseppe Conte appare debole e incapace di tenere le redini di un partito più che mai diviso, soprattutto in Parlamento. Se l’operazione di Letta dovesse andare a buon fine, i pentastellati dimostrerebbero ancora una volta la loro incapacità politica e sarebbero costretti ad allinearsi alla scelte dell’unico alleato possibile: il Partito Democratico.

Impostazioni privacy