Il caso del nosocomio in cui non si può abortire: tutti i medici sono obiettori

All’ospedale di Cirié (Torino) ci sono nove ginecologi, tutti obiettori. Il consigliere regionale Luv Grimaldi fa un’interrogazione attaccando l’assessore alla Sanità

ospedale-Meteoweek.com

Il consigliere regionale di Luv Marco Grimaldi, ha presentato un’interrogazione per capire come intende agire la Regione Piemonte in merito al diritto di abortire perché c’è un ospedale a Cirié (Torino), in cui nove ginecologi su nove sono obiettori e quindi nessuno pratica l’aborto. È uno dei 15 ospedali nel nostro Paese dove non vi sono medici che facciano abortire.

«La Regione fa di tutto affinché la 194 sia disapplicata. Nella scorsa legislatura abbiamo approvato una delibera dall’indirizzo chiarissimo, del tutto disattesa dall’attuale maggioranza», afferma Grimaldi. «Ci eravamo non solo impegnati a individuare la percentuale di obiettori di coscienza presso le strutture sanitarie regionali e la loro distribuzione, ma abbiamo anche deliberato che le aziende sanitarie locali, nelle zone con una concentrazione di obiettori di coscienza superiore al 50 per cento, dovessero ricorrere a procedure di mobilità del personale. E se ciò non fosse stato sufficiente, che potessero bandire concorsi riservati a medici specialisti che pratichino l’interruzione di gravidanza». 

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La questione dell’ospedale di Cirié, spiega Grimaldi, «mostra quali siano gli effetti non solo di una tendenza purtroppo in aumento fra i medici, ma dell’attuale indirizzo della Regione, che da quando è in carica non solo si è dimenticata di far applicare la legge 194, ma ha fatto di tutto per ostacolare l’autodeterminazione e la libertà delle donne, fino all’ingresso delle associazioni Pro Vita nei consultori».

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E sempre su questa vicenda si è espresso il direttore generale della Asl To4 Stefano Scarpetta, che ha chiarito come il suddetto servizio sia assicurato in altri nosocomi della Asl, quali quelli di Ivrea e Chivasso.

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